domenica 2 febbraio 2014

Il punto sui Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

latorre-girone
A cura di Gabriele Bagnoli

latorre-gironeProsegue la nostra inchiesta sulla vicenda che, dal 15 febbraio 2012, vede trattenuti in India, senza alcun capo di accusa ancora formulato, i Fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Siamo tornati a rivolgere qualche domanda al Generale Fernando Termentini, visto anche il tardivo interessamento all’intero affaire da parte della nostra classe politica, che dopo due anni di attese e ritardi, ha deciso di inviare una missione parlamentare a New Delhi: peccato, però, che non si siano accorti che il Parlamento indiano era chiuso per la festa nazionale…

1. Da poco più di una settimana l’intera vicenda dei Fucilieri di Marina sembra essere ad una svolta: missioni diplomatiche di parlamentari, servizi televisivi come mai prima d’ora. Addirittura il Presidente della Repubblica ha affermato, telefonicamente con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che torneranno con onore in Italia. Ma è davvero così? Come mai sono dovuti passare due anni prima che si increspassero un poco le acque? Saranno mica i venti elettorali?

Anche io ho il sospetto che questo inopinato interesse di tutti compresa la massima carica dello Stato potrebbe essere legato a “venti elettorali”. In alternativa l’unico motivo razionale potrebbe essere quello che tutti e nello stesso istante  siano stati svegliati da un letargo che durava da 24 mesi. Un risveglio improvviso che ha portato anche a decisioni non molto coerenti,  forse indotto dalla mente intorpidita da un lungo sonno, come la scelta delle date del viaggio in India della Delegazione bicamerale in corrispondenza della ricorrenza delle festa nazionale. Meravigliarsi, poi, che nessun parlamentare indiano è stato disponibile ad un incontro mi sembra azzardato. Mi meraviglio piuttosto io della sorpresa espressa da molti nostri politici ! Non poteva essere altrimenti e semmai ci sarebbe da chiedere all’Ambasciatore Mancini a Delhi se abbia informato la Farnesina di questa coincidenza e perché il Ministero degli Affari Esteri non abbia consigliato un rinvio di qualche giorno della partenza per Delhi  dei rappresentanti delle commissioni Esteri-Difesa. Una conferma che “l’odore delle elezioni” può essere stato l’elemento scatenante possiamo trovarla anche dalle dichiarazioni del Ministro degli Esteri Bonino che per il tramite di recentissime agenzie di stampa ci parla dei due Marò dopo essere stata assolutamente silente dal 27 aprile del 2012 e che, la stessa,  in ambito internazionali a Monaco a margine del vertice della sicurezza abbia dichiarato “i nostri Marò erano in servizio quindi non si può applicare la legge antiterrorismo”. Una dichiarazione peraltro che definire inappropriata è forse poca cosa, nel momento che il Ministro non sottolinea il diritto dei due militari di avere assicurata dallo Stato l’immunità funzionale e che comunque, pur escludendo una legge che prevede la pena di morte, non sottolinea in un contesto internazionale che “l’unico diritto vero a giudicare  è quello dell’Italia”.

2. Anche i tribunali indiani pare vogliano riconsiderare l’eventuale pena che dovrebbe essere inflitta ai due militari italiani qual’ora fossero ritenuti colpevoli dell’uccisione dei due pescatori a bordo del peschereccio St. Anthony. Che anche loro si siano resi conto dell’impasse giuridica in cui si sono “infilati” da quella maledetta notte del 15 febbraio di due anni fa?

Se il 22 marzo fosse stato ascoltato l’allora il Ministro Terzi di non rimandare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in India al termine della licenza elettorale, come peraltro deciso congiuntamente agli altri Ministri interessati e con il placet del  premier Monti alcuni giorni prima, l’11 marzo, si sarebbe fatto un grosso favore al Governo indiano entrato in un loop senza fine peraltro per decisioni prese da uno Stato Federale senza alcuna sovranità internazionale, il Kerala. Si è invece preferito la strada degli interessi economici di parte o di lobby con interessi nel Subcontinente indiano adducendo come scusante il “rispetto della parola data”,  ed i nostri Fucilieri di Marina sono stati svenduti per trenta denari mettendo in crisi anche Delhi.

3. Adesso pare anche che l’Italia non sia più sola. Si sono fatti avanti gli Stati Uniti, lievi solidarietà internazionali sono venuti da altri Stati europei nonché dalla stessa Unione Europea. Che si siano resi conto che un’eventuale sentenza a sfavore dei due Fucilieri potesse “riscrivere” molte norme di diritto internazionale a proposito di immunità funzionali, giurisdizionali e regime di acque internazionali?

Esatto concordo con le sue considerazioni. Si stanno muovendo tutti in ambito internazionale perché vedono compromesse norme del Diritto internazionale e pattizio con grave compromissione del castello giuridico sottoscritto dai vari Stati e costruito spesso a fatica nel corso degli anni. Forse, ritornando a quel famoso 22 marzo, se avessimo trattenuto i Marò in Italia e l’India avesse portato avanti le sue minacce nei confronti del nostro Ambasciatore, tutto il contesto internazionale si sarebbe mosso prima perchè la decisione indiana di cancellare l’immunità diplomatica di Mancini, avrebbe compromesso la garanzia per tutti gli altri rappresentanti della diplomazia internazionale accreditata  a Delhi.

4. Stando a quanto riportato sui siti internet della Marina Militare e del Ministero della Difesa, i decreti che hanno istituito i Nuclei di Protezione a bordo dei cargo e dei mercantili sono rimasti immutati. Nessuna modifica o integrazione a fronte del disastro tra comandi e enti che si sovrappongono. Neanche si capisce bene a chi o a cosa rispondano i Fucilieri imbarcati sulle navi mercantili. Non sarebbe opportuno rivedere i decreti che hanno attuato tale operazione, anche per prevenire che in futuro si ripetano situazioni simili?


Sicuramente è a mio modesto avviso una priorità fondamentale in modo da cancellare qualsiasi finestra interpretativa con decreti attuativi ben più precisi degli attuali. E poi, mi lasci dire, che forse sarebbe il caso di affidare la sicurezza delle navi a contractors come fanno quasi tutte le nazioni del mondo, quanto meno per un motivo che ritengo essenziale. Pensiamo cosa accadrebbe se venisse sequestrata una nave con a bordo militari armati!
fonte  http://segretidellastoria.wordpress.com/2014/02/02/il-punto-sui-fucilieri-di-marina-massimiliano-latorre-e-salvatore-girone-4/

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