Roma, corteo per i due marò "Girone e Latorre liberi subito"
Bandiere tricolori, divise, rappresentanze di paracadutisti, la fanfara degli alpini e i militanti di CasaPound accompagnano la manifestazione partita dalla Bocca della Verità. Vania Girone: "Se non tornano per Natale andremo noi da loro"
Bandiere tricolori, divise di paracadutisti e alpini e gli stendardi di CasaPound. Sfila da Bocca dalle Verità il corteo per chiedere l'immediata liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò accusati dell'uccisione di due pescatori nelle acque dello stato indiano del Kerala.
Alla testa del corteo, a cui partecipa un centinaio di persone, Paola Moschetti, compagna di Latorre, e Vania Ardito, moglie di Girone, davanti agli striscioni "Liberi subito" e "Non vi lasceremo soli". Prima della partenza l'Inno di Mameli è stato intonato dai militari presenti e accompagnato dallo sventolio di bandiere tricolori. A scandire il ritmo del corteo, la Fanfara degli Alpini.
Anche un gruppo di militanti di CasaPound, l'organizzazione di estrema destra con sede all'Esquilino, si è unito al manifestazione in via del teatro Marcello.
Giunti in piazza Venezia i manifestanti hanno criticato il sindaco Marino a suon di slogan - 'Marino buffone, rimetti lo striscione' - per chiedere il ripristino dello striscione 'salviamo i nostri marò' sulla facciata principale del Campidoglio.
Alla testa del corteo, a cui partecipa un centinaio di persone, Paola Moschetti, compagna di Latorre, e Vania Ardito, moglie di Girone, davanti agli striscioni "Liberi subito" e "Non vi lasceremo soli". Prima della partenza l'Inno di Mameli è stato intonato dai militari presenti e accompagnato dallo sventolio di bandiere tricolori. A scandire il ritmo del corteo, la Fanfara degli Alpini.
Anche un gruppo di militanti di CasaPound, l'organizzazione di estrema destra con sede all'Esquilino, si è unito al manifestazione in via del teatro Marcello.
Giunti in piazza Venezia i manifestanti hanno criticato il sindaco Marino a suon di slogan - 'Marino buffone, rimetti lo striscione' - per chiedere il ripristino dello striscione 'salviamo i nostri marò' sulla facciata principale del Campidoglio.
l corteo si è poi chiuso sulle note dell'inno nazionale. Anche la mamma di Salvatore Girone, accanto alla nuora Vania, ha partecipato al corteo. Commossa, non è riuscita a rispondere alle domande dei giornalisti. Vania, invece, ha detto: "Se non tornano per Natale, andremo noi da loro".
Questo video del gruppo facebook "SIAMO TUTTI MARO'", è la prova lampante che alla manifestazione prò Marò, del 23 novembre 2013, il numero dei partecipanti non è, come riportato nell'articolo sopra, di un centinaio di persone ma molte di più.
Bastano le immagini, esse dimostrano che gli Italiani esistono e fanno sentire la loro voce in maniera chiara. Le istituzioni non possono e non devono essere sorde, occorre pretendere il rispetto di quelle regole internazionali che l'India stà dimostrando da quasi due anni di non conoscere. Un invito vorrei rivolgere al Capo dello Stato in qualità anche di Capo delle Forze Armate: Esimio Presidente, pretenda nelle sedi opportune il rispetto della Sovranità Nazionale, prenda a cuore questa triste vicenda in modo da mettere la parola FINE.
RispondiEliminaI due fucilieri di Marina sono solo servitori dello Stato Sovrano e non "ostaggi" nelle mani di chi in maniera scorretta e fuori da ogni norma gli trattiene nel proprio paese. Devono tornare a casa, devono tornare al proprio lavoro, devono tornare perchè stanno pagando in maniera subdola colpe o reati di cui l'unica certezza è la sottovalutazione dei nostri Governanti che per mesi si sono occupati di decadenza e per ben due anni si sono scordati di essere ITALIANI.