Il dott. de Mistura ieri ha
raccomandato di non dare credito alle notizie che arrivano dall’India, ma non
ha fornito altri elementi di conoscenza su quanto sta accadendo intorno a
Massimiliano e Salvatore.
Il Ministro degli Esteri non ci
dice di più. Solo affermazioni del tipo “ Non è accertata l’innocenza dei due
Marò”, “auspichiamo un processo rapido ed equo”, “saranno a casa per Natale”
dimenticando di esplicitare l’anno, “è esclusa la pena di morte e non dico
altro”. Una serie di dogmatiche affermazioni prive di qualsiasi motivazione,
quasi a trasmettere il messaggio: se lo dico io …..!
I cittadini comuni, quindi,
tutti coloro che non sono illuminati dalla “sapienza” istituzionale e politica
e non hanno altri riferimenti, non possono che trarre conclusioni facendo
riferimento a ciò che solo la stampa indiana ci propone.
L’India ci dice che la NIA avrebbe rilevato nel proprio rapporto
che i nostri Fucilieri di Marina non hanno rispettato le comuni procedure,
quali avvertimenti con la voce, fuoco
dissuasivo e quanto altro necessario per indurre il possibile avversario a
recedere nelle proprie intenzioni.
La fonte ha concluso che a suo
avviso i due sono stati uccisi in una sorta di tiro al bersaglio, colpiti uno
in fronte e l'altro al cuore, colpi che si sono rivelati “istantaneamente
letali".
Affermazioni gravissime che ci
piombano addosso assolutamente imprevedibili, conseguenza di un vuoto
comunicativo sicuramente non rispettoso delle più elementari regole di
democrazia. Qualcosa che palesemente coglie di sorpresa anche chi avrebbe
dovuto averne sentore, se non altro per aver seguito la vicenda fin
dall’inizio. Dimostrazione che forse non si è riusciti in 22 mesi nemmeno a
creare un network locale che permettesse di ottenere informazioni preventive
anche “off record”, essenziali ed indispensabili per decidere come affrontare
l’evolversi della situazione ed applicare
corrette contromisure.
La vicenda sembra precipitare, le
notizie si accavallano inducendo pessimistiche previsioni. Si conferma solo
quanto a suo tempo intuito dalle affermazioni del Vice Ministro Pistilli che poco
dopo il suo insediamento ci informava di
“regole di ingaggio” concordate e condivise con l’India. Se la condivisione era
quella di una condanna rabbrividiamo, anche nella ipotesi che in questi giorni
sembra essere caldeggiata da fonti non meglio collocate, di una “colpa non
dolosa” dei due militari.
Sbigottimento ancora più marcato
nel momento che si è lasciato il diritto di giudicare a chi non lo aveva,
cedendo sovranità e credibilità internazionale magari solo per poter un giorno
pronunciare slogan del tipo “ abbiamo scongiurato il peggio, siamo stati
bravi”.
Un’ipotesi non troppo azzardata, visto
come la vicenda specifica è stata fino ad ora accettata e gestita in
particolare dal 22 marzo in poi
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