Con la
consueta precisione e sinteticità il dott d’Ecclesia ci informa che sul porto
di Gioia Tauro stanno arrivando le navi cariche dei veleni chimici recuperati
dagli arsenali di Assad in Siria.
Un’analisi
da cui traspare tutto lo sgomento di un cittadino italiano che seppure non
vivendo in Calabria è preoccupato per gli abitanti dell’area che sarà
interessata ad ospitare le navi e forse anche a stoccare i materiali se non le
armi caricate con gas Sarin.
Una
notizia che il nostro Ministro degli
Esteri Emma Bonino in una intervista rilasciata al Corriere della Sera come
riportato sul sito della Farnesina informa “Tutto sarà condotto con la ricerca
della massima sicurezza. Ma per essere chiari va detto che stiamo parlando di
materiale tossico, non di armi chimiche. Nei container l`agente chimico e gli
inneschi sono ovviamente separati: diventano armi solo se vengono messi
assieme, di solito nella testata del razzo. Il trasbordo, che avverrà da
banchina a banchina, senza stoccaggio, impiegherà più o meno 48 ore”.
Il
Ministro parla di inneschi separati dall’agente chimico. Probabilmente voleva
dire che i due precursori chimici che
compongo il gas sono trasportati separatamente, ma non ci dice se lo stoccaggio
è sulla stessa nave o su navi vicine. Un dettaglio della massima importanza in
quanto in caso di incidente anche fortuito, potrebbero entrare in contatto e
scatenare la nube tossica altamente letale di Sarin.
Viene
invece utilizzato il sostantivo “innesco”
che, in coloro in possesso di una certa expertise specifica, induce il dubbio che le navi possano anche
trasportare missili o proiettili di artiglieria caricati al gas nervino, ma
privi di spoletta e quindi con innesco separato dall’agente chimico.
Sicuramente ordigni non in grado di funzionare mancando appunto dell’innesco ma
tali da poter sprigionare il gas qualora le ogive si rompessero per urto o
altro. Ogive che peraltro nel munizionamento a caricamento chimico hanno
generalmente uno spessore metallico minore rispetto a quelle a caricamento
ordinario, proprio per rendere più agevole la rottura all’impatto e la
conseguente propagazione dell’aggressivo chimico nell’aria.
Anche
il Ministro Lupi interviene nella questione. Ieri sera rilasciando una
dichiarazione al TG5 delle 20,00, fatto
salvo ogni possibile errore di comprensione, informa che la scelta del porto
calabrese era dovuta alla sua ubicazione, agevolmente difendibile da eventuali
manifestazioni di protesta.
Una
motivazione di ordine pubblico di fatto prevalente rispetto ad una più naturale
scelta dettata da valutazioni tecniche
sulla potenzialità dell’infrastruttura portuale ad ospitare simile materiale.
Nessuno
infine ci dice se, pur nella massima
considerazione delle garanzie tecnico / militari proposte dalla Responsabile
della Farnesina, sono stati predisposti punti
di pronto soccorso per fronteggiare impreviste emergenze, se il personale
medico è stato informato e fornito dei mezzi e materiali adeguati ad affrontare
inquinamenti da gas Sarin, se gli organi della Protezione Civile ed i VVFF
locali sono pronti e preparati a fronteggiare urgenze specifiche sempre
possibili e quali informazioni sono
state date alla popolazione locale su come comportarsi di fronte a possibili
emergenze.
Forse
il Parlamento dovrebbe pretendere degli approfondimenti diversi dagli articoli
di stanpa o dai comunicati televisivi !
FONTI :
http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interviste/2014/01/20140117_BoninoCorrieredellaSera.htm
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