lunedì 13 gennaio 2014

Latorre e Girone rispediti in India da chi? di Fernando Termentini


Lo avevamo scritto con una trilogia di articoli ( pecunia non olet ) tra luglio e  settembre 2013, oggi iniziano a filtrare le prime ammissioni riguardo alle pressioni esercitate da " forti gruppi economici " non è ancora il watergate nostrano ma iniziano ad uscire gli scheletri dall' armadio, ci chiediamo quindi perchè l' inviato speciale, l' algido Staffan continua a gestire la vicenda, perchè la Bonino non sale su un aereo e si precipita in india, perchè continua la censura dei media su quanto è realmente accaduto, a nessuno conviene indagare veramente sulla verità e su quanto fatto finora ? i poteri forti a cui si è genuflesso il professor Monti continuano a pressare, una cosa è certa noi non ci facciamo comprare, noi continueremo a pescare nel torbido fino a quando Max e Salvo non torneranno a casa dalle loro Famiglie liberi e  a testa alta, oggi è la volta del Gen ( r ) Termentini a porre domande che esigono risposte, di seguito inoltre tutta la trilogia sulle aziende Italiane con interessi in india, oltre a quanto scrive Termentini, a voi la lettura e le dovute considerazioni

Latorre e Girone rispediti in India da chi?

Pubblicato il da Fernando Termentini

Il 22 marzo Latorre e Girone sono stati rispediti in India e chi lo ha deciso non è stato sicuramente l’Ambasciatore Terzi che in quel momento con alto senso dello Stato e rispecchiando valori etici ormai sconosciuti a molti, si dimise da Ministro proprio perché non condivideva ciò che il Governo Monti aveva deciso.
Lo stesso Ambasciatore oggi ribadisce la sua posizione "non dovevano essere rispenditi in India senza l'assicurazione che non rischiavano la pena di morte". Se al momento di fatti il governo italiani li ha rimandati lì è anche per "forti pressioni di gruppi economici".
Lo afferma l'ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, che in un'intervista al Tempo racconta la sua verità sul caso dei due fucilieri di marina bloccati in India (http://www.huffingtonpost.it/2014/01/13/maro-giulio-terzi-di-santagata_n_4587211.html?utm_hp_ref=italy) .
Altri dovrebbero invece spiegarci perché lo hanno fatto e sulla base di quali precise scelte che non hanno nemmeno tenuto in debito conto quanto prescritto dalla Costituzione italiana (http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/01/latorre-e-girone-estradati-in-india.html) .
L’Ambasciatore Terzi riconsegnò i due ragazzi all’India, qualcuno tentò di costringerlo ci spiega il dott. d’Ecclesia riferendosi all’articolo pubblicato dal quotidiano “Il Tempo” “Mi costrinsero a riconsegnare i marò all’India" (http://alfredodecclesia.blogspot.it/2014/01/mi-costrinsero-riconsegnare-i-maro.html), ma egli si rifiutò come tutti sappiamo di assecondare una decisione che rinunciava alla sovranità nazionale, delegava indebitamente uno Stato terzo a giudicare militari italiani a cui spettava la garanzia dell’immunità funzionale.
Altri lo decisero e lo fecero, gli stessi che poi rinunciarono all’arbitrato internazionale giudicato per tempistica non adeguato a risolvere la vicenda, forse gli stessi che oggi invece ci fanno intendere che finalmente seguiranno questa strada nel momento che ci dicono “Maro':De Mistura,presa iniziativa forte contro impasse. (ANSA) - NEW DELHI, 13 GEN - "Oggi abbiamo preso una iniziativa molto forte e decisa per uscire dall'impasse in cui e' la situazione dei maro' in India".
Lo ha dichiarato all'ANSA a New Delhi l'inviato del governo Staffan de Mistura, precisando, senza entrare in particolari, che si tratta di un'iniziativa con "valenza giuridica e politica". Una decisione assolutamente incomprensibile quella del 22 marzo 2013, che rinunciava a prerogative nazionali sancite dal Diritto Internazionale per svendere a vantaggio di interessi economici due cittadini italiani (http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/01/latorre-e-girone-usati-come-merce-di_8.html).
Una delega di sovranità che ancora oggi non viene affermata da chi dovrebbe rappresentare e difendere gli interesse italiani all’estero, il Ministro degli Esteri, preoccupata invece ad esplicitare “Non è accertata l’innocenza dei due Marò” !
Riascoltiamo invece le dichiarazioni dell'Ambasciatore Terzi il giorno delle sue dimissioni, forse si capirà meglio chi ha rimandato in India i nostri Fucilieri di Marina !
Fernando Termentini, 13 gennaio 2014 - 0re 14,00




ed ecco la trilogia annunciata : 

PECUNIA NON OLET, la disputa Italia-India sui Fucilieri sara' vera ?


il caso relativo ai Fucilieri di Marina sotto inchiesta in india da 505 giorni e negli ultimi giorni riportato alla ribalta da servizi televisivi trasmessi in prima serata da importarti emittenti Italiane hanno suscitato tra i sostenitori dell' innocenza dei due Fucilieri un inasprimento dei toni verso chi sta gestendo la situazione direttamente,e cioè il nostro governo, il datore di lavoro dei nostri soldati, viene fuori la sofferenza emotiva del cittadino medio causata da una informazione latitante, al di fuori di qualche testata giornalistica la stragrande maggioranza dei quotidiani dedica pochissimo o nessuno spazio al riguardo,se non riportando pari pari i comunicati peraltro scarni emessi dai vari ministeri competenti, è da segnalare che in occasione della festa della repubblica (2 giugno) il quotidiano "il giornale" abbia pubblicato un articolo  firmato da Fausto Biloslavo riguardante una petizione per un intervento ONU chiamato a dirimere il caso, petizione iniziata da comuni cittadini,grazie al contributo di questo articolo, in poco piu' di una settimana si son raggiunte le diecimila firme e la petizione è stata inoltrata.

nonostante questo forte segnale a distanza di un mese nulla è cambiato............

ma veniamo al discorso dei rapporti commerciali..............
Attualmente, sono circa 400 le società italiane già operanti nel Paese, con un interscambio commerciale che, nell’anno 2011 (secondo gli ultimi dati disponibili forniti dall’Istat) è aumentato del 18,2%, attestandosi a 8,5 miliardi di euro.
Il premier indiano Singh ha presentato già nel 2012 al parlamento un piano quinquennale di sviluppo (2012-2017) necessario a spingere la crescita: proprio il 2012 si è chiuso infatti con un aumento del Prodotto interno lordo pari al 5%, in calo rispetto alle stime che puntavano al 7%.
INFRASTRUTTURE CRUCIALI. Tra le opere messe in cantiere da New Delhi per dare slancio alla ripresa ci sono 650 miliardi di dollari in infrastrutture, su cui anche Confindustria, con un centinaio di aziende, è pronta a mettere le mani. L’obiettivo siglato dai due governi, però, è ancora più ambizioso: sfondare quota 15 miliardi entro il 2015. Il traino dovrebbe arrivare da macchinari e apparecchi per l’industria che Delhi assorbe avidamente dall’Italia, nel tentativo di consolidare il proprio settore produttivo.

Il 16% delle imprese italiane in India sono del settore automobilistico

 Dopo lo scandalo tangenti di Finmeccanica e la possibile rescissione del contratto per la fornitura di 12 elicotteri della AgustaWestland (di cui nove ancora da consegnare), che vale 560 milioni di euro, è ora tutto il comparto dell’export in difficolta'
Il 2012 è già stato un anno difficile, in cui le esportazioni verso il gigante asiatico si sono ridotte del 10,3% (dati Assocamerestero di febbraio 2013)
la resa incondizionata del governo italiano a quello indiano ha invece dato adito ad alcune interpretazioni. L'autorevole quotidiano della capitale Times of India si è chiesto se il ritorno dei Fucilieri dopo la licenza elettorale che porto' alle dimissioni dell' allora M.A.E. Giulio Terzi non sia stato "influenzato" da valutazioni di ordine commerciale:
E anche l'Hindustan Times ha rimarcato : "Roma potrebbe aver realizzato che la sua decisione era controproducente, visto che l'India era pronta a riconsiderare i rapporti bilaterali nel caso di un mancato rientro dei due Fucileri. Un ridimensionamento dei rapporti avrebbe colpito duramente l'Italia, e la prima vittima sarebbe stata Finmeccanica”.
Nell'interscambio, ovviamente, ha più l'Italia da perdere che l'India.
inoltre a quanto detto sinora bisogna aggiungere tutte le aziende di abbigliamento con stabilimenti manifatturieri in india........sarebbe da scompisciarsi dal ridere per una coincidenza incredibile.......il marchio Marina Militare........ebbene si !  
 un altra chicca.......... il presidente del Gruppo Piaggio, Roberto Colaninno, ha inaugurato  a Baramati, nello Stato di Maharashtra, un nuovo impianto industriale per la produzione della Vespa  per il mercato indiano.Accompagnato  dal presidente di Piaggio India Ravi Chopra, da ministri indiani e dall'ambasciatore d'Italia a New Delhi, Colaninno ha dichiarato che "con l'ingresso in India la Vespa diventa a tutti gli effetti un veicolo globale e si trasforma in un elemento chiave nella nuova strategia di globalizzazione del gruppo".
L'impianto di Piaggio Vehicles Private Ldt. è il terzo costruito a Baramati. Si sviluppa su un'area di 150mila metri quadrati di cui 32mila coperti, ed è in grado di produrre 150mila unità l'anno della Vespa LX, dotata di un nuovo motore 125cc a 4 tempi e 3 valvole, che potranno diventare 300mila entro la fine del 2013.
un detto molto popolare recita "a pensar male si commette peccato, ma spesso si azzecca"
PECUNIA NON OLET !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




Pecunia non Olet ( parte seconda )


Sabato 3 Agosto 2013, giorno 530

E anche oggi analizziamo le dichiarazioni del M.A.E. Bonino, in un intervista concessa e pubblicata sul quotidiano " il giorno" ad Alessandro Farruggia :  ROMA, 2 agosto 2013 - «SUI MARÒ io sono sempre più speranzosa che la road map che ci eravamo dati, porti al risultato atteso. Attendiamo la conclusione dell’inchiesta, e poi a settembre l’apertura del processo davanti alla corte speciale. Credo che potremo riportarli a casa prima di Natale». Ogni giorno ha la sua pena per Emma Bonino
FONTE :  http://qn.quotidiano.net/politica/2013/08/02/928812-bonino-pasticcio-kazako-ombre-ablyazov.shtml

Road map ? io la chiamerei "money map" .......

Casi e casini di borsa /De Benedetti vuole crescere in India, 


Sogefi inaugura nuovo stabilimento a Pune

Mercoledì, 4 luglio 2012 
Gruppo Cir sempre più presente coi propri impianti produttivi in Asia: una nota di Sogefi, società di componentistica auto del gruppo Cir, ha annunciato stamane l’avvio di un nuovo stabilimento di componenti per sospensioni nell’area di Pune (in India) e il raddoppio dell’impianto per la produzione di sistemi di filtrazione nella zona di Bangalore.                                               
Attraverso la controllata (al 58%) Allevard IAI, nel cui capitale è presente col restante 42% il partner indiano del gruppo (Imperial Auto), Sogefi (oggi in rialzo di mezzo punto a Piazza Affari, in controtendenza al calo attorno al punto percentuale degli indici di mercato)ha infatti inaugurato stamane una fabbrica da 12mila metri quadri a Chakan per la produzione di barre stabilizzatrici e barre di torsione destinate ad auto e veicoli commerciali. Al classico “taglio del nastro” erano presenti, tra gli altri, l’amministratore delegato del gruppo Cir (e presidente di Sogefi), Rodolfo De Benedetti, l’amministratore delegato di Sogefi, Emanuele Bosio e il managing director di Allevard IAI, Aman Mehtani.
Il nuovo impianto servirà in una prima fase a rifornire clienti storici quali Tata, Mahindra, Fiat e Piaggio, già presenti nel subcontinente asiatico, ma in un prossimo futuro è previsto l’avvio della produzione per servire gli impianti indiani e dell’area Asia-Pacifico di altri clienti globali di Sogefi tra cui General Motors, Renault-Nissan e Ford. In parallelo, nell’area di Bangalore, il gruppo ha raddoppiato la capacità produttiva dell’impianto di sistemi di filtrazione frutto della joint venture con il partner locale (al 40%) MNR.                                                                                  
L’interesse mostrato dai maggiori gruppi industriali italiani per il mercato delle due e quattro ruote indiane è evidente e trova riscontro in prospettive molto appetibili: già negli ultimi dieci anni, dal 2001 al 2011, secondo dati dell’Oica (Organisation Internationale des Constructeurs d’Automobiles), la produzione locale è quasi quintuplicata, con un tasso di sviluppo secondo solo a quello della Cina, mentre lo scorso anno, con 3,9 milioni di veicoli, l’India è risultato il sesto mercato mondiale in termini di produzione.
Sogefi è entrata nel paese in tempi relativamente recenti, a fine 2008 attraverso una joint venture con MNR nel settore della filtrazione, tanto che lo scorso anno i ricavi del gruppo in India hanno rappresentato appena l’1,2% del totale. L’obiettivo del gruppo De Benedetti, con i due nuovi impianti a regime, è di far salire questa cifra almeno al 5% del totale entro i prossimi cinque anni, coerentemente all’obiettivo annunciato da Sogefi di affiancare la sua tradizionale leadership in Europa ad una sempre più forte presenza nei mercati extra-europei, “nei quali punta a raggiungere circa il 50% dei propri ricavi totali nell’arco di un triennio”, come ha ricordato lo stesso Rodolfo De Benedetti.
Al momento l’investimento totale del gruppo in India ammonta a circa 10 milioni di euro concentrato su tre stabilimenti che danno lavoro a circa 500 dipendenti: oltre a quelli di Pune e Bangalore si affianca infatti un terzo impianto di sistemi aria-motore a Gurgaon, ereditato dall’acquisizione di Systèmes Moteurs, perfezionata nella seconda metà del 2011. Numeri ancora “piccoli”, visto che a livello globale il gruppo Sogefi dispone di 44 stabilimenti in 16 paesi (6 in Sud America, 3 in Nord America,  29 in Europa, 1 in Africa e 5 in Asia), che sembrano però destinati a crescere nel prossimo futuro.




mentre l’India si incammina verso le elezioni generali del 2014, il nuovo numero di Indiani si propone di esplorare più da vicino lo scenario politico del paese, ripercorrendone nodi problematici urgenti e sfide aperte attraverso l’autorevole contributo della politologa Neera Chandhoke.
muovendo da alcuni importanti avvenimenti recenti, l’autrice si sofferma sulle principali contraddizioni che nel corso degli ultimi anni hanno segnato, talvolta pesantemente, il tessuto politico e sociale del paese, richiamando la necessità di riportare al centro dell’agenda di governo i bisogni di ampie fasce di popolazione.nel far ciò, Neera Chandhoke sottolinea come l’India del miracolo informatico e degli elevati tassi di crescita (seppur non manchino nell’attuale andamento dell’economia alcuni segnali preoccupanti), sia al contempo un paese attraversato da gravi carenze nello sviluppo delle infrastrutture, da pesanti nodi irrisolti nelle politiche dell’occupazione, dal permanere di indigenza e diseguaglianza, nonché dall’insorgere della lotta armata in alcune fra le sue regioni più povere. A fronte di tale scenario, l’autrice propone una riflessione sul fenomeno dell’intreccio clientelare che lega oggi strettamente in India la sfera dell’economia e quella della politica, riverberandosi in scandali di ampie proporzioni. Il suo superamento sembra essere una condizione necessaria per aprire la strada a un modello di sviluppo più inclusivo.
Fonte : www.iai.it/pdf/IndiaIndie/IndiaIndie_13-01.pdf
ecco spiegato il basso profilo della nostra diplomazia......Pecunia non olet !!!



Pecunia non olet ! ( parte terza )



23 settembre 2013, giorno 582

A pensar male si commette peccato, ma spesso si indovina... ( cit.)

Tanti di noi avranno sentito questo detto nel corso della loro vita, e oggi è questa notizia a farci "pensar male " una notizia che letta da sola sfugge ai più, ma inserita nel puzzle della vicenda dei Fucilieri di Marina da 582 giorni  trattenuti e accusati (a questo punto ingiustamente) dell' omicidio di due pescatori, è un chiaro segnale di quali siano gli interessi dei "professori" che ci ritroviamo messi sugli scranni del parlamento da re Giorgio I 


Veniamo alla notizia :
Italia-India: cooperazione, domani mega evento a Mumbai
Organizzato da Ambasciata Italia, Ice e Camera commercio

(ANSA) - NEW DELHI, 23 SET - L'importanza di un rilancio della cooperazione economica fra Italia ed India, alla luce del fatto che i flussi commerciali e degli investimenti bilaterali sono inferiori alle potenzialita', e' al centro di un Business-Forum dal tema 'Why invest in Italy' che si svolgera' domani Mumbai, la capitale industriale dell'India.
L'iniziativa e' organizzata dall'Ambasciata d'Italia, dall'Ice e dalla Camera di Commercio indo-italiana, ed avra'
come principale oratore il presidente dello stesso Ice, Riccardo Monti.
Parallelamente all'iniziativa, sono stati organizzati una serie di incontri del presidente dell'Ice, Riccardo Monti, con
responsabili di grandi imprese indiane con progetti di investimento in Italia.
''Negli ultimi anni - ha dichiarato Monti all'ANSA - e' emersa una classe di grandi imprenditori indiani che conoscono e apprezzano l'Italia. E' arrivato il momento - ha sottolineato -che questo venga messo a frutto per la realizzazione di programmi di investimenti concreti''.
Fra le imprese presenti, il conglomerato Larsen & Toubro Limited, Tata Sons, Mahindra & Mahindra, Uttam Galva Steel, e i delegati di alcuni Private Equity Funds.
I lavori permetteranno di illustrare il nuovo framework economico ed istituzionale  di riferimento in Italia per un
investitore estero e di presentare progetti di investimenti in settori e territori italiani a cura di Stefano Nigro ('Invest in Lombardy/Milan'), Stefania Novelli ('Invest in Piedmont/Turin'), Sabrina Montaguti ('Metropoli/Florence') e Alfonso Cantarella ('Intertrade/Salerno').
L'idea di promuovere questa iniziativa e' nata anche dalla constatazione dell'inadeguatezza del volume delle relazioni finanziarie e commerciali italo-indiane e in particolare del ridotto volume di investimenti indiani in Italia.
Ad esempio nel 2011, ultimo anno di disponibilita' delle statistiche Eurostat, essi sono stati di appena 66 milioni di
euro, ossia il 6,9% del totale dei suoi flussi indirizzati verso l'Unione europea (Ue). E il panorama, in base a dati della Banca d'Italia, e' anche peggiorato nel 2012

Come al solito il governo dice una cosa " la vicenda Maro' è una priorità" (  cacofonicamente detto da Letta, Bonino e Mauro...)
e invece ne fa un altra....( il business la vera priorità ! )  invitando gli imprenditori indiani a fare shopping delle aziende italiane



Lo si evince anche  andando a vedere le dichiarazioni della stessa Bonino, che ha partecipato a un incontro con la comunità Italo-Americana a New York e invece di spendere qualche parola sulla triste vicenda si è limitata a foto e convenevoli di rito, affidando invece all' ansa uno scarno accenno ai Fucilieri ad uso e consumo dei media...

Il ministro degli Esteri Emma Bonino, a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu, ha sottolineato come il governo italiano sia "costantemente in contatto con le autorità indiane" per il caso dei marò. "E' chiaro che queste mie giornate all'assemblea generale dell'Onu potranno darmi l'opportunità per affrontare anche questo delicato tema", ha aggiunto la Bonino.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1119039/bonino-il-caso-maro-all-onu-.shtml


"Domenica 22 settembre il ministro Emma Bonino, a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu, ha incontrato la comunità italiana al Consolato Generale."
 Fonte : www.lavocedinewyork.com
http://www.lavocedinewyork.com/Le-verita-a-volte-scomode-di-Emma-Bonino/d/2611/


Sicuramente a fine lavori ONU, dalla Farnesina qualche velina corredata da foto di strette di mano, ci dirà che la nostra eroina ha incontrato il suo omologo indiano per assicurare di star seguendo gli sviluppi con la giusta attenzione che il caso riserva, e essere convinta che presto i ragazzi saranno a casa........

ovvero che ci hanno preso in giro per l' ennesima volta.....


Fin quando non avrai venduto l' anima al diavolo, egli cercherà di comprarla !

La Vera Italia ...non è in vendita !




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