venerdì 10 gennaio 2014

CASO MARO', LE MIE DICHIARAZIONI AI MASS-MEDIA, di Giulio Terzi





CASO MARO', LE MIE DICHIARAZIONI AI MASS-MEDIA: "Inaudite le ipotesi avanzate dalla stampa indiana oggi, e fatto gravissimo che - anziché essere subito smentite dal Governo indiano - siano state anche seguite da dichiarazioni ufficiali di un membro di quel Governo che lascia aperta l'eventualità di applicare la legislazione antiterrorismo -che prevede *la pena di morte* - ai nostri due Maro', illegittimamente trattenuti in India da *troppo tempo*. Se confermata, questa sarebbe una gravissima e inaccettabile lesione del diritto internazionale e della dignità del nostro Paese e delle Forze Armate. E' assolutamente necessario portare immediatamente la controversia con l'India alle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza e al Consiglio Atlantico, come avevo programmato a marzo dell'anno scorso, perché due uomini delle nostre Forze Armate, peraltro impegnati nelle acque indiane proprio con compiti antipirateria, sono stati illecitamente arrestati e trattenuti dalle forze di Polizia Indiane. L'India è un importante membro della comunità Internazionale e questo caso riguarda il Consiglio di Sicurezza dell'ONU dal momento che che influisce sulle modalità di tutela della pace e della sicurezza internazionali, rischiando di stabilire un pericoloso precedente che mette in discussione l'inviolabile principio dell'immunità funzionale, che prevede che l'eventuale responsabilità penale dei soldati debba essere approfondita e appurata nella Stato di appartenenza, in questo caso l'Italia. Deve essere *immediatamente* esperito - come mi permetto di richiedere da mesi e mesi - l'Arbitrato obbligatorio ai sensi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, per definire la giurisdizione sul caso ed evitare di lasciare ancora i nostri militari in balia di un processo in India illegittimo e per molti versi sin d'ora arbitrario. Inoltre, da molto tempo si sta pazientemente facendo affidamento su reiterate assicurazioni indiane che la legislazione antiterrorismo - e di conseguenza la pena di morte - non verrà applicata: queste assicurazioni *poggiano dunque sulla sabbia*? I nostri due soldati sono stati reinviati - con una decisione da me non condivisa che mi costrinse per coerenza alle dimissioni - in un Paese che prevede la pena di morte, per essere processati ai sensi di una legislazione che la contempla: perché non sono state rispettate e le regole del nostro dettato Costituzionale, che vieta l'estradizione verso paesi ove vige la pena di morte? Non chiediamo impunità per nessuno: sicuramente però chiediamo *giustizia*, una volta per tutte…"

fonte : https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline

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