IL SEQUESTRO DEI MARO' LATORRE E GIRONE -
I MEDIA ITALIANI PROVANO (CON MOLTA FATICA ED IMBARAZZO) A RIFARSI UNA VERGINITA'.......
30 Gennaio 2014
Stefano Tronconi
Solo due giorni fa scrivevamo:
“Ora che, proprio in queste ore, la delegazione (parlamentare) è in viaggio di ritorno verso l'Italia possiamo ribadire che la pagina si è di fatto voltata. (omissis)
Perché siamo convinti che da oggi niente sarà più come prima?
(omissis)
….......... perché in questi ultimi giorni vi è stato un proliferare di articoli sui principali quotidiani del Paese (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, ecc.), tutti improvvisamente impegnati a scrivere che la situazione dei due marò ed il modo in cui l'Italia ha condotto la vicenda è del tutto inaccettabile.
Quella dei media italiani appare ora come la classica corsa, da parte di chi è stato complice di un delitto, a prendere le distanze dal principale colpevole (il governo italiano) una volta resosi conto che quest'ultimo è stato smascherato. Comunque ben venga questo tardivo risveglio dei media italiani dal torpore interessato degli ultimi due anni. Come si sa, anche i criminali pentiti possono essere utili al perseguimento della giustizia.”
Bene, oggi finalmente prendiamo atto con piacere che anche un importante settimanale come Panorama dedica la propria copertina a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sotto il titolo che più corretto non potrebbe essere 'Prigionieri (dei) Politici'. Peccato che di corretto in quanto scrive Panorama vi sia poco più del titolo, mentre l'articolo è poi ancora infarcito di errori grossolani. D'altra parte è difficile riuscire a rinnegare se stessi tutto d'un colpo. Sì, perché Panorama è lo stesso settimanale ad un cui giornalista abbiamo scritto qualche giorno fa nei seguenti termini:
“Non sono commoventi il Corriere, la Repubblica, il Sole 24 Ore che si risvegliano dopo 2 anni a dire che, con loro primi responsabili, quanto è successo, succede in India è inaccettabile?
Meno male nel frattempo abbiamo trovato i parlamentari del M5S che ci hanno dato ascolto e sono andati in India con la ricostruzione Capuozzo/Di Stefano/Tronconi.
E Mulè cosa fa? Continua a puntare sulla Maria Torre o sull'editoriale che serve solo alla polemicuccia di politica interna?”.
Perchè la nostra vena polemica verso Panorama (che va detto, non ha fatto poi né più né meno peggio di molti altri giornali)?
Pochi lo ricorderanno, ma solo 15 giorni fa (per la precisione il 13 Gennaio scorso), era proprio Panorama che pubblicava sul suo sito un vergognoso articolo scritto sotto pseudonimo (la giornalista autrice del pezzo, tale Maria Torre, non esiste come si può facilmente verificare con una semplice ricerca 'google') in cui si sosteneva:
“Pare che nessuno abbia ancora capito che sarebbe meglio parlare il meno possibile …... (omissis) ….. quando l'Italia si indigna perché questo o quel giornale paventano la possibilità che ai due possa essere comminata la pena di morte forse peggiora la situazione anziché migliorarla.
…....... (omissis) ….........
Sarebbe forse il caso di sottolinearlo per l'ennesima volta, il Sua Act è l'applicazione indiana di una convenzione internazionale che venne adottata per dare strumenti forti nella lotta al terrorismo. La formulazione della convenzione è quindi quella della legge indiana, sono ambigue, ma per quanto nelle nebbie della giurisdizione indiana queste norme lascino molta libertà di interpretazione e di utilizzo.
…........(omissis) ….....
Che la stampa indiana contribuisca a mettere benzina sul fuoco ogni volta che ha l'occasione per farlo è normale ….. (omissis) ….. è più che realistico immaginare che a prescindere dalle mosse che farà l'Italia i due fanti resteranno in India quanto meno fino alla fine delle elezioni previste per la prossima primavera (inoltrata). Un periodo che, in fin dei conti, corrisponde alla pena minima prevista dal codice penale indiano per il reato che hanno commesso. ….. (omissis)
Avete letto bene?
Riassumendo, secondo l'articolo pubblicato sul sito di Panorama andava bene (e guai ad indignarsi) che si paventasse la pena di morte per i marò, andava bene che si applicasse la legge anti-terrorismo SUA Act a due militari in missione per lo Stato italiano, andava bene che la stampa indiana criminalizzasse i due marò (anzi era addirittura normale), andava bene che i militari continuassero ad essere le vittime del gioco spregiudicato indiano fin dopo le prossime elezioni perché ciò rappresenterebbe la pena minima per il reato che (secondo la nostra fantomatica e fantastica Maria Torre) hanno commesso.
Incredibile, davvero incredibile, ma purtroppo vero!
Se dietro lo pseudonimo Maria Torre si celi direttamente il ministro degli esteri Bonino, qualche suo portavoce o qualche semplice 'ammiratore/adulatore' questo ovviamente lo ignoriamo, ma è evidente come l'articolo esprimesse in toto la fallimentare linea portata avanti da nove mesi a questa parte dall'attuale ministro degli esteri e dal governo in cui siede.
E la cosa davvero incredibile è che articoli o concetti dello stesso tenore siano apparsi fino a pochi giorni fa più o meno su tutti i media italiani, anche quelli che a parole polemizzavano poi con il governo per il fatto che non riuscisse a riportare in Italia Girone e Latorre (dandone però per scontata la responsabilità nella morte dei pescatori come continua a fare anche oggi Panorama).
Perché se in qualche modo può anche risultare comprensibile (anche se non scusabile) che giornali come Repubblica, L'Espresso, Il Fatto Quotidiano ed altri si abbeverino come buoi alla fonte attingendo alle menzogne messe in circolazione dai giornali della 'grande democrazia indiana' o da un confuso e spregiudicato Matteo Miavaldi, ciò che per mesi è stato incomprensibile è che alla stessa fonte si siano nella sostanza abbeverati come buoi anche giornali come Panorama, Libero, Il Giornale, per non parlare delle reti RAI e Mediaset (ovviamente con le ben poche note eccezioni che conosciamo). Incomprensibile non perché da parte nostra vi sia più stima verso il secondo gruppo di giornali che verso il primo, ma perchè quelli del secondo gruppo erano gli stessi giornali che a parole (ma solo a parole) sostenevano la causa dei marò.
Comunque, come abbiamo detto all'inizio, per fortuna ormai si è voltata pagina e la cosa ovviamente non potrà che avere conseguenze benefiche non solo in Italia, ma anche e soprattutto in India, con la conseguenza di rendere più vicino il definitivo rientro di Latorre e Girone.
Visto però che non lo fa Panorama, vogliamo in ogni caso cogliere l'occasione offerta dal titolo di copertina del settimanale per chiarire meglio noi, ancora una volta, perché e di quali politici sono da due anni prigionieri Latorre e Girone.
Latorre e Girone sono prigionieri in primo luogo di alcuni politici indiani appartenenti al Partito del Congresso che sul loro sequestro hanno pensato di poter costruire la propria fortuna politica.
Questi politici si chiamano Chandy, primo ministro del Kerala, ed Antony, ministro della difesa indiano.
La manipolazione di tutte le prove contro Latorre e Girone è stato il risultato di un accordo di ferro che i due, alleati politici di lunga data, hanno stretto fin dal 16 Febbraio 2012.
L'attuale ministro degli interni Shinde, colui che formalmente ha preso le decisioni (ora, come ovvio, in via di ripensamento) di equiparare Latorre e Girone a dei terroristi, non è altro che un vecchio 'elefante' corrotto e screditato del Partito del Congresso, fedele alleato di Antony.
Il procuratore generale Vahanvati, autore del parere legale secondo cui non vi sarebbe nulla di strano a processare i marò sulla base del SUA Act, non è altri che il procuratore generale scelto da Antony e Chandy in sostituzione dell'avvocato dello Stato indiano Raval che nell'Aprile 2012 fu sostituito per aver sostenuto di fronte alla Corte Suprema che il Kerala non aveva giurisdizione nel caso dell'Enrica Lexie'.
Per due anni gli inetti politici, militari e diplomatici italiani non hanno capito che qualsiasi accordo loro pensassero di aver raggiunto per sbloccare la vicenda dei marò (con Kurshid o chi altro) veniva poi di fatto reso carta straccia dall'azione di Antony ed hanno continuato a collezionare una figura da allocchi dietro l'altra di fronte al mondo.
Ma Latorre e Girone sono poi prigionieri in secondo luogo anche dei politici italiani (nonché delle gerarchie militari e diplomatiche nostrane).
Sono loro prigionieri perché fin dall'inizio i politici italiani hanno preferito adottare un atteggiamento di collusione con i politici indiani nella speranza che la vicenda venisse risolta 'dietro le quinte' in modo da nasconderne l'incredibile serie di errori compiuti.
Tra questi ricordiamo il fatto che, come abbiamo scritto in passato, Latorre e Girone (ed il loro team) sono stati inviati in missione anti-pirateria come se andassero a fare un giro in canotto nel Golfo di Taranto, cioè senza alcuna delle strumentazioni obbligatorie richieste.
Ricordiamo che il loro rientro nelle acque territoriali indiane (che ha reso poi in qualche modo ambigua la questione della giurisdizione) non è stato il risultato di un tranello teso dalla Guardia Costiera indiana, ma semplicemente il risultato dell'incompetenza e della superficialità del Centro Operativo di Comando Militare italiano a cui era stata girata la richiesta indiana.
Ricordiamo inoltre la scelta senza precedenti e scellerata di farli scendere dalla nave per incanalarli nell'inferno del sistema giudiziario indiano.
Ricordiamo la consegna di tutte le armi e le munizioni dello Stato Italiano senza alcuna garanzia che poi il tutto non venisse utilizzato, come nei fatti accaduto, per provare a manipolare le prove balistiche.
Ricordiamo le numerose implicite ammissione di colpa (le interviste di De Mistura ai media indiani, l'indennizzo pagato alle famiglie dei pescatori, ecc.)
E poi ci sono tutti gli altri errori, che sarebbe forse più corretto chiamare veri e propri tradimenti, legati all'aver dato priorità agli interessi di potenti gruppi trasversali economici e finanziari.
La verità è che i nostri politici hanno sbagliato ogni singola mossa da due anni a questa parte e di conseguenza sono poi più stati impegnati a cercare soluzioni che tutelassero loro stessi, anziché tutelare gli innocenti Latorre e Girone.
E' così che si spiega perché da due anni Latorre e Girone siano prigionieri dei politici italiani tanto quanto di quelli indiani.
Tutto questo l'abbiamo voluto ricordare anche a correzione di quanto scritto oggi da Panorama.
Comunque, va bene così. Lasciamo pure che uno dopo l'altro i media italiani provino a riguadagnarsi una qualche verginità sulla vicenda riportando la vicenda di Latorre e Girone in prima pagina. In fondo è quello che oggi serve e che noi auspicavamo da molti mesi, malgrado gli auspici contrari del ministro Bonino.
Solo per questa strada l'interminabile incubo di Latorre e Girone non potrà che indirizzarsi verso la conclusione ed il loro rientro in Italia avvicinarsi davvero. Si è voltato pagina. Il governo indiano non potrà più condurre il gioco in solitudine come è stato loro gentilmente concesso di fare per due anni da parte dell'Italia. E questa è la cosa che davvero conta!
fonte : https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?hc_location=timeline
Nessun commento:
Posta un commento