Marò, Terzi: "Argomentazione economica usata pesantemente da Monti e altri colleghi, anche in modo aggressivo"
Finalmente si tolgono le polveri che Monti e Letta hanno lasciato depositare sul faldone che l' algido Staffan ha scordato nei sotterranei della Farnesina approfittando dell' inesistenza dell' attuale M.A.E.
Ora arbitrato internazionale e investire della cosa tutti gli organismi internazionali...
"In merito alle pressioni economiche, ne ho notizia dai ministri che avevano competenza in questo campo, colleghi di Governo che nella discussione hanno usato pesantemente e insistentemente l'argomento di aziende e categorie che si stavano preoccupando delle conseguenze che ci sarebbero potute essere se non fossero stati rimandati in India".
Così Giulio Terzi, ex ministro degli Esteri, che si dimise quando i Marò furono rimandati in India dopo le elezioni, intervenuto ad Effetto Giorno. A quali colleghi fa riferimento? "Sono i colleghi che avevano competenza economica e naturalmente il presidente del Consiglio". I nomi? "Guardate l'organigramma di Governo, è abbastanza intuitivo. Non è mio costume fare del "finger pointing"" Quindi anche Monti? "Dico solo che è un'argomentazione utilizzata da chi voleva rimandarli in India, anche in modo aggressivo nei miei confronti".
Terzi poi si sofferma su come uscirne: "E' urgente ed essenziale che vengano investite tutte le istanze internazionali, a cominciare dall'arbitrato obbligatorio previsto dalla convenzione sul diritto del mare, la corte internazionale di giustizia per la violazione dell'immunità diplomatica del nostro ambasciatore a New Delhi, che venga investito il consiglio di Sicurezza e il consiglio atlantico perché il fatto di aver preso in alto mare e attirato in porto con un inganno un'unità italiana e i nostri militari configura un fatto di competenza di questi due organismi. La strada dell'arbitrato obbligatorio la stiamo predicando io e tutti i principali giuristi internazionalisti italiani da dieci mesi. Ed era il pilastro della decisione dell'11 marzo scorso con la quale il Governo italiano aveva deciso di trattenere i Marò e avviare l'arbitrato".
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