7 Gennaio 2014
Domani all' alba Italiana avremo le ultime notizie sul processo che non dovrebbe esserci, un processo in cui due Soldati Italiani sono stati venduti all' india per trenta denari dal precedente governo Monti, con la forte pressione dell' ex Ministro Passera e le lacrime di coccodrillo dell' ex Ministro della Difesa Di Paola.
certo che di dichiarazioni l' allora Ministro ne ha dette e fatte tante...
eccone alcune :
l' informativa in Parlamento
28/1/2013... dichiarava " li sento tutti i giorni, e si aprono prospettive "
o quando dichiarava : " siete ingiustamente detenuti in india "
il giudizio severo dei parlamentari :
nonostante tutto, lui non si dimette....
Quasi due anni sono passati dall' inizio di questa tormentata vicenda, due anni in cui poco o nulla è stato fatto a favore dei Fucilieri di Marina, mentre per tutti gli attori ci sono stati premi e benefici....
Il prossimo a beneficiarne chi sarà ?
Chi andrà a sedersi sulla poltrona comodissima in Finmeccanica ?
Ma chi conosce veramente Finmeccanica ?
dallo slogan aziendale...
" Prestazioni comprovate. In tutto il mondo. "
tratti dalla pagina di Wikipedia ecco alcuni dati :
Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia e tra i primi player mondiali in difesa, aerospazio e sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell'Economia italiano.
Storia
Periodo IRI
Nata il 18 marzo 1948 come Società Finanziaria Meccanica - Finmeccanica S.p.A., finanziaria caposettore dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) per il settore meccanico, per molti decenni è stata una holding piuttosto diversificata; fino agli anni ’80 le principali aziende del gruppo erano:
- l'Aeritalia (nata nel 1969 dalla fusione della Società Italiana Aviazione, di proprietà della Fiat, dell'Aerfer e della Salmoiraghi, del gruppo Finmeccanica), attiva nella costruzione di aerei a corto-medio raggio nonché nella fornitura ai grandi costruttori di aerei civili e militari;
- l'Alfa Romeo (settore automobilistico), ceduta alla Fiat nel 1986;
- l'Ansaldo, che, scorporate le storiche attività cantieristiche, era attiva prevalentemente nell'elettromeccanica (turbine, centrali, trasmissione) e nel settore ferroviario.
Come tutto il sistema delle Partecipazioni statali, anche Finmeccanica era esposta a forti condizionamenti da parte dei partiti politici, a maggior ragione per le sue attività in settori strategici come l’automobilistico (grande volano di forza lavoro), l’aeronautico e l’energetico (per i quali le commesse pubbliche erano fondamentali). Importante era la sua funzione sociale come datore di lavoro al Sud (stabilimenti Alfasud e Aeritalia di Pomigliano d'Arco).
Il progetto della “grande Finmeccanica”
Dal 1982, con Fabiano Fabiani direttore generale e poi amministratore delegato, prende corpo il progetto della "grande Finmeccanica", cioè di centralizzare nella finanziaria pubblica le aziende italiane attive in settori tecnologicamente avanzati e conferire così una certa "massa critica" alla presenza italiana (pubblica e privata) in settori come le tecnologie spaziali, i sistemi di difesa, la robotica, la microelettronica, fino ad allora frammentata tra le finanziarie Finmeccanica e STET (Iri), Aviofer e FinBreda (EFIM); infatti, pur trattandosi di gruppi con un medesimo azionista (lo Stato), le varie aziende di fatto si muovevano autonomamente e la collaborazione tra di esse era minima. Vi erano inoltre alcuni gruppi privati in difficoltà nei quali Finmeccanica acquisì partecipazioni (risalgono a quegli anni l'ingresso nel capitale dell'Aermacchi, acquisita completamente vent’anni dopo e l’acquisizione delle Officine aeronavali di Venezia). Ma questo processo di centralizzazione fu lento e molto contrastato, per le rivalità politiche nella spartizione degli incarichi ai vertici di aziende e finanziarie. Il 21 maggio 1987 diventa Finmeccanica S.p.A..
L’acquisizione delle aziende dalla Stet
Il primo risultato fu raggiunto nel 1989, quando Stet cedette a Finmeccanica tre aziende-chiave:
- la Selenia, attiva nelle tecnologie spaziali, nei sistemi radar civili e militari, e nei sistemi di difesa (missili e siluri), che si fuse con l'Aeritalia per dare origine ad Alenia;
- la Elsag (già Elettronica San Giorgio), attiva nella robotica e nell’automazione industriale;
- le quote nella SGS-Thomson, joint-venture italo-francese produttrice di semiconduttori, che negli anni ’90 prese il nome di ST Microelectronics e divenne uno dei maggiori gruppi del settore.
Nel 1990 acquisì le attività italiane del gruppo inglese Ferranti, che comprendevano aziende già in ambito Montedison come la fiorentina OTE (comunicazioni mobili), la milanese Laben (spazio) e la Elmer (elettronica) di Pomezia.
Gli anni novanta
La difficoltà maggiore per Finmeccanica era quella di reperire le risorse finanziarie necessarie per una crescita molto dispendiosa, dato che l’azionista Iri non era certo nelle condizioni di sostenerla. Così nel 1993 parte del capitale Finmeccanica fu aperto ai privati e l’azienda fu quotata in Borsa.
Con la messa in liquidazione dell’Efim divenne più semplice per Finmeccanica fungere da polo aggregante dell’industria italiana della difesa; nel 1994 Finmeccanica assorbì aziende storiche già in orbita Efim come la Breda Meccanica Bresciana (munizioni), la Oto Melara della Spezia (artiglieria), la Officine Galileo di Firenze (sistemi di puntamento) e la Agusta di Samarate (VA, elicotteri); nel 1996, dopo anni di estenuanti trattative con i liquidatori dell’EFIM, fu ufficializzato l’acquisto della Breda Costruzioni Ferroviarie, che andò a formare la AnsaldoBreda.
Con la messa in liquidazione dell’Efim divenne più semplice per Finmeccanica fungere da polo aggregante dell’industria italiana della difesa; nel 1994 Finmeccanica assorbì aziende storiche già in orbita Efim come la Breda Meccanica Bresciana (munizioni), la Oto Melara della Spezia (artiglieria), la Officine Galileo di Firenze (sistemi di puntamento) e la Agusta di Samarate (VA, elicotteri); nel 1996, dopo anni di estenuanti trattative con i liquidatori dell’EFIM, fu ufficializzato l’acquisto della Breda Costruzioni Ferroviarie, che andò a formare la AnsaldoBreda.
Gli anni Duemila
Tuttavia tra il 1999 ed il 2000 Finmeccanica stipulò accordi internazionali che sarebbero stati decisivi per il suo sviluppo successivo:
- con la britannica Marconi (poi BAE Systems) venne costituita la joint-venture AMS, che raccoglieva le attività ex Selenia nell’elettronica per la difesa;
- con GKN fu costituita la joint-venture AgustaWestland, che costituiva il secondo produttore di elicotteri al mondo.
Nonostante l'importante partecipazione in ST Microelectronics ed il mantenimento delle attività nell'energia e nel settore ferroviario, dal 2001, sotto la presidenza di Pier Francesco Guarguaglini, la strategia di sviluppo di Finmeccanica si propose in modo deciso di focalizzarsi nel settore dell’aerospazio e della difesa. Ulteriori passi in questa direzione furono:
- nel 2002-2003 le acquisizioni di Marconi Mobile (telecomunicazioni), Telespazio (trasmissioni satellitari) e della varesina Aermacchi (produttrice di velivoli da addestramento militare);
- nel 2004-2005 la ridefinizione degli accordi delle joint-ventures AgustaWestland ed AMS, che portarono Finmeccanica ad assumerne il pieno controllo (rilevando così anche numerosi stabilimenti nel Regno Unito).
Dopo l'acquisizione della totalità di AgustaWestland ed AMS, Finmeccanica è diventata la terza azienda europea per fatturato nel settore della difesa. Eredità del passato ed estranee all’attualecore-business del gruppo, rimangono Ansaldo Energia, Ansaldo STS ed AnsaldoBreda.
Finmeccanica inoltre possiede ancora una partecipazione (intorno al 10%) in ST Microelectronics ed una quota del 25% nella Avio (già Fiat Avio), produttrice di propulsori aerei e navali, ceduta dal gruppo Fiat nel 2003. Dopo la messa in liquidazione dell’Iri nel 2002, il pacchetto di controllo della società è direttamente in mano al Ministero dell’Economia.
Nell'ottobre 2008 viene finalizzata l'acquisizione (per 3,4 miliardi di Euro) della DRS Technologies, società statunitense specializzata nel settore dei servizi e dei prodotti elettronici integrati per la difesa.
Con il controllo di DRS Technologies, Finmeccanica migliora la propria posizione competitiva sul mercato mondiale della difesa in modo particolare negli Usa.[1]
La crescente sensibilità verso i temi dello sviluppo dei paesi africani ha portato Finmeccanica a accordare il proprio sostegno per la realizzazione dell'Assumpta Science Center Owerri.
A seguito del processo di privatizzazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze è diventato il principale azionista con una quota pari al 32,45% della società. Questa partecipazione è soggetta alla disciplina dettata dal D.P.C.M del 28 settembre 1999, secondo la quale tale quota non può scendere al di sotto della soglia minima del 30% del capitale sociale. Nessun altro azionista può detenere una quota del capitale di Finmeccanica superiore al 3 per cento senza l’approvazione del Ministero.
Nell'ottobre del 2012 la procura di Napoli apre un'inchiesta sul gruppo per, come scrive il gip Dario Gallo nella sua ordinanza di custodia, un "preoccupante ricorso da parte di Finmeccanica e società collegate a pratiche corruttive per l'acquisizione delle commesse di governi stranieri". L'indagine riguarda una fornitura per un ingentissimo importo di navi fregata al Brasile e forniture di elicotteri e armamenti allo Stato di Panama. È indagato per corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell'affare anche l'ex ministro Claudio Scajola e il suo portavoce.[2]
Il 12 febbraio 2013 viene arrestato, per ordine del giudice di Busto Arsizio l'amministratore delegato e presidente Giuseppe Orsi, accusato di corruzione internazionale per delle tangenti che sarebbero state pagate per chiudere la vendita di 12 elicotteri al governo indiano.[3]
Il 13 febbraio 2013 il CdA di Finmeccanica nomina il Dott. Alessandro Pansa Amministratore Delegato e conferisce la carica di Vice Presidente al consigliere Ammiraglio Guido Venturoni.[4]
Il 3 luglio 2013 il governo Letta designa presidente di Finmeccanica l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro[5].
Struttura
- Aeronautica: Alenia Aermacchi, azienda controllata da Finmeccanica, produce velivoli militari e civili, velivoli non pilotati di nuova generazione e aerostrutture per velivoli civili e militari, oltre che la trasformazione e revisione di aeromobili per i maggiori produttori mondiali. Alenia Aermacchi è leader nello sviluppo e produzione degli aerei da addestramento e nei relativi servizi di supporto a terra[6]. Alenia Aermacchi detiene anche il 50% della joint venture ATR (l’altro 50% è di EADS), che produce aerei regionali a turboelica, mentre con il 51% della joint ventureSuperJet International (l’altro 49% è di SCAC-Sukhoi Civil Aircraft Corporation) è attiva nel settore dei jet regionali;
- Elicotteri: Finmeccanica opera nel mercato elicotteristico attraverso la controllata AgustaWestland che è in grado di gestire la progettazione dell’intero ciclo del sistema elicottero e di procedere autonomamente alla definizione e all’integrazione dei sistemi avionici, dei sistemi computerizzati di controllo del volo e di gestione della missione;
- Sistemi di difesa: Finmeccanica è attiva nella progettazione, sviluppo e produzione di sistemi missilistici, siluri, artiglieria navale e veicoli corazzati tramite le sue controllate WASS, Oto Melara e la joint venture MBDA (Bae System 37,5%, EADS 37,5% e Finmeccanica 25%);
- Elettronica per la difesa e la sicurezza: Finmeccanica opera in questo settore tramite le sue controllate DRS Technologies e Selex ES, in grado di rispondere alle diverse esigenze di difesa e di sicurezza richieste dai moderni scenari operativi;
- Spazio: tramite Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Finmeccanica) Finmeccanica è attiva nello sviluppo e produzione di sistemi satellitari per la navigazione, le telecomunicazioni, la meteorologia, il controllo ambientale, la difesa, le missioni scientifiche e l’osservazione della Terra, mentre Telespazio (67% Finmeccanica e 33% Thales), è tra i principali operatori nella gestione di satelliti e nei servizi satellitari di osservazione della Terra, navigazione, connettività integrata e a valore aggiunto;
- Energia: Finmeccanica opera nel settore dell’energia attraverso le sue controllate Ansaldo Energia (55% Finmeccanica) e Fata;
- Trasporti: Nei trasporti ferroviari Finmeccanica è attiva, attraverso Ansaldo STS (di cui detiene il 40%), nella progettazione, sviluppo e produzione di sistemi e servizi di segnalamento e supervisione del traffico ferroviario e metropolitano. AnsaldoBreda è specializzata nella costruzione di materiale rotabile tecnologicamente avanzato per le reti ferroviarie e metropolitane, mentreBredaMenarinibus è l'unico costruttore di autobus operante sul territorio italiano
Consiglio d'amministrazione
- Giovanni De Gennaro: Presidente
- Guido Venturoni: Vice Presidente e Lead Independent Director
- Alessandro Pansa: Amministratore Delegato e Direttore Generale
- Paolo Cantarella: Consigliere (Indipendente)
- Giovanni Catanzaro: Consigliere (Indipendente)
- Dario Frigerio: Consigliere (Indipendente)
- Dario Galli: Consigliere (Indipendente)
- Ivanhoe Lo Bello: Consigliere (Indipendente)
- Silvia Merlo: Consigliere (Indipendente)
- Alessandro Minuto Rizzo: Consigliere (Indipendente)
- Francesco Parlato: Consigliere
Fonte: Finmeccanica, consiglio d'amministrazione[7]
Principali azionisti
- Ministero dell'Economia e delle Finanze - 30,204%
- Deutsche Bank Trust Company Americas - 3,600%
- Fmr LLC (Fidelity Management Research & Co.) - 2,133%
- Grantam Mayo Van Otterloo & Co. LLC - 2,045%
- Libyan Investment Authority - 2,010%
Fonte: Finmeccanica, capitale e azionariato[8]
Partecipazioni azionarie
- 100% AgustaWestland N.V. - Amsterdam (NL)
- 50% Libyan Italian Advanced Technology CO - Tripoli (Libia) - AgustaWestland ne possiede il 25%
- 100% Agusta Holding B.V. - Amsterdam (NL)
- 100% Agusta S.p.A. - Cascina Costa
- 99,967% Aeromeccanica S.A. - Lussemburgo
- 15% gruppo Avio
- 100% Alenia Aermacchi S.p.A. - Venegono Superiore (Varese)
- 55% Ansaldo Energia S.p.A. - Genova
- 100% AnsaldoBreda S.p.A. - Napoli
- 100% BredaMenarinibus S.p.A. - Bologna
- 100% Fata S.p.A. - Pianezza (Torino)
- 100% Oto Melara S.p.A. - La Spezia
- 100% Trimprobe S.p.A. in liquidazione - Roma
- 67% Telespazio Holding S.r.l. - Roma
- 100% Finmeccanica Group Services S.p.A. (già Meccanica Finanziaria S.p.A.) - Roma
- 99,97% Finmeccanica Finance S.A - Lussemburgo - FGS ha una partecipazione del 26,65%
- 100% Finmeccanica Group Real Estate S.p.A. - Roma[9]
- 100% Finmeccanica North America INC. - Dover, Delaware (USA)
- 100% Finmeccanica UK LTD - Londra (UK)
- 100% DRS Technologies Inc. - Parsippany, New Jersey, U.S.A.; società specializzata nell'elettronica della difesa[10].
- 100% ElsaCom N.V. - Amsterdam (NL)
- 100% ElsaCom S.p.A. - Roma
- 100% Seicos S.p.A. - Roma
- 100% Selex Elsag S.p.A. - Genova
- 100% Selex Service Management S.p.A. - Roma
- 100% Selex Sistemi Integrati S.p.A. - Roma
- 100% So.Ge.Pa. - Società Generale di Partecipazioni S.p.A. - Genova
- 100% Whitehead Alenia Sistemi Subacquei Spa - Genova
- 50% Eurosysnav S.A.S. - Parigi (F)
- 49% Orizzonte - Sistemi Navali Spa - Genova
- 39% Europea Microfusioni Aerospaziali S.p.A. - Morra De Sanctis (Avellino)
- 33% Thales Alenia Space S.A.S. - Parigi (F)
- 31,33% Elettronica S.p.A. - Roma
- 18,939% European Satellite Navigation Industries GmbH (già Galileo Industries GMBH)-Ottobrunn (D)
- 18,939% Galileo Industries S.A. - Bruxelles (Belgio)
- 25% MBDA S.A.S.
- 33,33% Nahuelsat SA - Buenos Aires (Argentina)
- 30% NGL Prime S.p.A. - Torino
Fonte: Bilancio consolidato gruppo Finmeccanica 2008
Bilancio 2011
Finmeccanica chiude il 2011 con ricavi per 17,318 miliardi:
- 6,03 miliardi - Elettronica per la Difesa e Sicurezza
- 3,91 miliardi - Elicotteri
- 2,67 miliardi - Aeronautica
- 1,87 miliardi - Trasporti
- 1,22 miliardi - Sistemi di Difesa
- 1,00 miliardi - Spazio
- 981 milioni - Energia
- 305 milioni - Altre Attività
A tali dati sono da sottrarre elisioni per 689 milioni di euro.
Ebit negativo per 2,386 miliardi, perdite per 2,30 miliardi, dovuta a fenomeni eccezionali (ammortamenti, extra-costi ed oneri non ricorrenti) per 3,2 miliardi (tra cui: svalutazione di progetti della controllata DRS, rischi derivanti da commesse di Alenia Aeronautica, riposizionamento di AnsaldoBreda)[11]. Patrimonio netto di 4,6 miliardi, indebitamento finanziario netto di 3,44 miliardi, ha acquisito 17,43 miliardi di ordini nel 2011 che portano a 46 miliardi il portafoglio ordini dell'azienda, equivalente a 2 anni e mezzo di produzione. Ha investito in ricerca e sviluppo 2,02 miliardi di euro. Ha 70.474 dipendenti.
Bilancio Finmeccanica S.p.A. al 31.12.11: finmeccanica.it
Bilancio 2012
Finmeccanica chiude il 2012 con ricavi per 17,218 miliardi:
- 5,75 miliardi da Elettronica per la Difesa e Sicurezza
- 4,24 miliardi da Elicotteri
- 2,97 miliardi da Aeronautica
- 1,71 miliardi da Trasporti
- 1,25 miliardi da Sistemi di Difesa
- 1,05 miliardi da Spazio
- 0,71 miliardi da Energia
- 0,34 miliardi da Altre attività
A tali dati sono da sottrarre elisioni per 843 milioni.
EBITA positivo per 1.08 miliardi, Ebit negativo di 457 milioni di euro, perdita di 786 milioni di euro.
Il settore meno profittevole per Finmeccanica è quello legato alla Divisione Trasporti con un Ebita negativo di 67 milioni.
Ha acquisito ordini per 16.7 miliardi durante il 2012, per un portafoglio ordini pari a 44.90 miliardi, equivalenti a 2 anni e 6 mesi di produzione. Patrimonio netto di 3.7 miliardi, debiti per 13.90 miliardi, indebitamento finanziario netto di 3.37 miliardi, 1.92 miliardi investiti in ricerca e sviluppo. 67.408 dipendenti, di cui circa 39.770 in Italia.
Note
- ^ Comunicato stampa della società (13 maggio 2008). URL consultato il 31-05-2008.
- ^ Caso Finmeccanica, arrestato dirigente - Indagato per corruzione l'ex ministro Scajola.
- ^ Decapitato il vertice di Finmeccanica.
- ^ Finmeccanica-CdA nomina Pansa
- ^ La Stampa - Finmeccanica, De Gennaro presidente
- ^ Alenia Aermacchi-Vareseturismo
- ^ Consiglio di Amministrazione - finmeccanica
- ^ Capitale e azionariato - finmeccanica
- ^ prima del 2007 era GA Immobiliare S.p.A, dove GA è l'acronimo di Galileo Avionica
- ^ partecipazione detenuta tramite Meccanica Holdings USA INC.
- ^ IlSole24Ore.com
Finmeccanica | |
---|---|
Stato | Italia |
Tipo | Società per azioni |
Borse valori | Borsa Italiana: FNC |
Fondazione | 18 marzo 1948 a Roma |
Sede principale | Roma |
Persone chiave |
|
Settore | |
Fatturato | 17.2 miliardi € (2012) |
Utile netto | 786 milioni€ (2012) |
Dipendenti | 67.419 (2013) |
Slogan | "Proven Performance. Worldwide." |
Sito web | www.finmeccanica.com |
Ed ora veniamo ai premi.....
Una prima lettura la possiamo fare su un articolo del Gen. Termentini :
Finmeccanica accoglie l'Ammiraglio Di Paola
Un’affermazione conseguente alle iniziative istituzionali a difesa degli interessi di Finmeccanica per la controversa fornitura di elicotteri all’India a fronte di un silenzio assordante sul destino dei due Fucilieri di Marina.
Un’azione pragmatica quella che vedeva coinvolto l'apparato statale per proteggere la potenzialità economica e produttiva di una delle maggiori realtà industriali nazionali, di cui lo Stato è azionista per più del 30%. Uno sforzo che con il trascorrere del tempo ha rivelato dell'altro: non solo un impegno per garantire i soli interessi globali a livello nazionale, ma anche per tutelare precipue figure istituzionali e lobby di potere economico.
In questo scenario evidente il coinvolgimento dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, considerati dall’India possibili omicidi per fatti avvenuti durante l’assolvimento di compiti istituzionali loro assegnati come militari.
“Merce di scambio” immediatamente resa disponibile dall’Italia come possibile contropartita per rabbonire la controparte indiana adirata non per le tangenti o commissioni che dir si voglia, ma perché i fatti erano diventati di dominio pubblico, rivelando al mondo la sensibilità di personalità indiane a pro-poste corruttive.
L’evidenza dei fatti diventa tangibile il 22 marzo 2013, quando Latorre e Girone furono fatti rientrare in India con una decisione inaspettata ed improvvisa, diversa da quella che aveva indotto a comunicare all’India che i due militari al termine del permesso elettorale non sarebbero rientrati a Delhi ma trattenuti in Italia in attesa di un arbitrato internazionale.
Una posizione condivisa nell’ambito dell’Esecutivo del momento e coordinata dal Presidente del Consiglio Senatore Monti come si evince dall’Agenzia AGI dell’11 marzo alle ore 17,53, con la quale l’allora Sottosegretario agli Esteri de Mistura ufficializzava la scelta del Governo dichiarando, tra l’altro, “ “La decisione di non far rientrare i maro’ in India “e’ stata presa in coordinamento stretto con il presidente del Consiglio Mario Monti e d’accordo tutti i ministri”.
Dopo appena dieci giorni da questo annuncio un’inversione di tendenza, apparentemente indotta dalle azioni ricattatorie che Delhi stava esercitando sull’Italia in tema di rapporti diplomatici, ma, con il “senno del poi”, determinata, forse, dal tentativo di rabbonire la controparte indiana nella vicenda della fornitura di elicotteri da parte di Finmeccanica con lo scopo di garantire gli interessi commerciali con l’India come auspicato dall’allora Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera.
La merce di scambio era rappresentata da due uomini, due soldati italiani a cui lo Stato aveva negato anche la garanzia del diritto di immunità che nessun Paese del mondo omette di assicurare ai propri soldati.
Una decisione fermamente osteggiata dal Ministro degli Esteri Giulio Terzi che con pregevole senso dello Stato formalizzò le proprie dimissioni, ma inequivocabilmente condivisa dal Responsabile del Dicastero della Difesa, Ammiraglio Di Paola che attraverso una circostanziata dichiarazione in Parla-mento, prese le distanze dalla decisione del collega degli Esteri dichiarando di non voler” abbandonare la nave”.
Una nave peraltro già alla deriva e destinata allo smantellamento in quanto rappresentata da un Governo dimissionario e destinato ad essere sostituito di li a qualche giorno.
Una decisione presa, quindi, per difendere interessi economici come ammesso dallo stesso Premier Monti che di lì a qualche giorno riferiva in Parlamento, pagando però un prezzo altissimo. La rinuncia della sovranità nazionale e la delega all’India di una illegittima gestione giudiziaria nei confronti di due cittadini italiani. Un provvedimento suggerito dalla speranza che mollando sui Marò e sulla dignità e sovranità dell’Italia e delle nostre Forze Armate si ottenesse la benevolenza indiana sulla fornitura di elicotteri che era in contenzioso, sbagliando però completamente i calcoli come stanno dimostrando gli avvenimenti recenti sulla controversia India / Augusta.
Una scelta, comunque, che avrebbe permesso a qualcuno di guadagnare in affidabilità personale nei rapporti con Finmeccanica, la cui immagine internazionale era compromessa dai fatti giudiziari in corso e che coinvolgevano i massimi livelli direttivi dell’Azienda.
Il Presidente del Consiglio Monti, da parte sua, dava corso ad una vera e propria estradizione di due cittadini italiani ignorando i vincoli giuridici che regolano la materia, in particolare se il Paese di desti-nazione prevede nel suo ordinamento penale la pena capitale.
Norme costituzionali e penali ribadite e chiarite da sentenze della Suprema Corte che lasciano poca autonomia nel decidere nello specifico anche al Capo dell’Esecutivo, peraltro in assenza di pronunciamenti di un Tribunale della Repubblica.
Aspetti sicuramente rilevanti, ribaditi dalla Corte Costituzionale che esplicitamente non ritiene la semplice garanzia formale della non applicazione della pena di morte atto sufficiente alla concessione dell’estradizione ed ha anche affermato in altre sentenze che “ai fini della pronuncia favorevole all’estradizione , è richiesta documentata sussistenza e la valutazione di gravi indizi ……”, elementi che nella vicenda specifica non risultano sussistere.
Vendere uomini é un atto esecrabile e che comunque si pensava fosse stato cancellato dalla storia dopo la fine della schiavitù. Farlo per tentare di ottenere garanzie sul piano economico è eticamente ripugnante. Assecondarlo nel tentativo di garantirsi posizioni personali è assolutamente nauseante.
Tutto ciò sembra invece essere avvenuto. Qualcuno non abbandonava la nave per coerenza con altri che anteponevano la difesa di interessi economici a quella senza prezzo dei diritti dell’uomo, che qualsiasi Stato deve ai propri cittadini.
Comportamenti improntati ad una pragmatica visione della vita, rispettabili ma non condivisibili da chi scrive che mosso da convinzioni etiche di ben altri contenuti è spinto a raccontare perché altri possano giudicare.
Modi di agire comunque coerenti con altri momenti in cui l’interesse economico è prevalso su altri va-lori più umani, come quando l’Ammiraglio Di Paola Ministro della Difesa ottenne nel dicembre 2012, dopo solo 295 minuti di riunioni della Commissione Difesa della Camera, che il Governo avesse la delega a tagliare gli organici dei militari : 43mila tra militari e civili. 43 mila posti di lavoro buttai al vento non per ridurre le spese militari, ma per alimentare gli interessi dell’industria della Difesa.
Un regalo di 3 miliardi l’anno e per i prossimi venti anni, deciso dal Governo supportato nelle valutazioni dalla pregressa e specifica expertise tecnico/militare del Ministro Di Paola, risorse destinate in particolare a Finmeccanica, alla Lockheed ed a qualche amico dei “poteri forti”.
Le parole pronunciate in Parlamento il 21 marzo 2013 dall’ex Ministro Di Paola (http://www.youtube.com/watch?v=TkwJU_zmEIc) , potevano sembrare , in prima approssimazione, una delle più belle espressioni delle antiche tradizioni marinare, ma per molti la chiave di lettura fu diversa e forse costoro non avevo errato nell’interpretare .
Aveva deciso di non lasciare un battello ormai alla deriva dopo avere abbandonato i propri uomini in mano al nemico, ma rimaneva aggrappato ad una zattera che nel tempo lo avrebbe condotto in un porto sicuro. Ipotesi maliziose che notizie di questi giorni trasformano in certezza.
Nel quadro del riassetto del vertice di Finmeccanica, infatti, ormai prossimo ad essere attuato, l’ex ministro della Difesa Di Paola dovrebbe entrare - per il momento - nella società con il ruolo di consulente, ma la situazione potrebbe ve-locemente mutare nel corso del 2014.
Una collaborazione che apparentemente rispetta la norma di incompatibilità per i Ministri a ricoprire per un anno dalla fine del mandato incarichi in strutture collegabili al pregresso incarico istituzionale.
Essere consulente, infatti, non significa entrare nell'organico di Finmeccanica. Nella fattispecie, però, la figura professionale ha immensa rilevanza in quanto l’attuale vertice societario è affidato ad un espertissimo investigatore, ma forse meno competente in materia tecnico amministrativa e di approvvigionamenti di materiale militare.
Caratteristiche invece peculiari della professionalità dell'Ammiraglio Di Paola consolidata in incarichi della massima importanza nell'apparato della Difesa in ambito nazionale ed in ambito NATO. Già Segretario della Difesa con peculiari responsabilità nella gestione dei programmi di rinnovamento e potenziamento dello strumento militare, figura di riferimento per Paesi terzi interessati all'industria della Difesa italiana ed ex Capo di SM della Difesa, responsabile della gestione operativa delle Forze Arma-te italiane.
Oggi solo un incarico di consulenza destinato forse a “maturare” nel breve periodo e sfociare in ben altre posizioni per l'Ammiraglio Di Paola, considerando che il 27 aprile é prossimo e segna la fine dei vincoli temporali di "incompatibilità" .
Quel fatidico 22 marzo 2013, anche il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, preoccupato di non compromettere i rapporti commerciali con l'India ed in particolare impegnato a tentare di ammorbidire le posizioni indiane nei confronti di Finmeccanica, probabilmente contribuì in maniera significativa a convincere il Presidente del Consiglio Monti a superare vincoli costituzionali ed estradare per la terza volta in India Latorre e Girone.
Un Premier a cui peraltro era stato garantita l’esistenza di un atto ufficiale indiano con cui l’Addetto di Affari presso l’Ambasciata di Delhi a Roma assicurava all’Italia la non applicazione della pena capitale, atto, però, irrilevante sul piano giuridico come ben sancito dalla Corte Costituzionale fin dal lontano 1996.
Corrado Passera sempre molto attento alle vicende di Finmeccanica, cauto nei confronti di Orsi indaga-to per corruzione internazionale e riciclaggio che chiariva in dichiarazioni alla stampa, "un avviso di garanzia non è una buona ragione di per sè per destabilizzare un’azienda" ed aggiungeva ai cronisti che gli chiedevano quali fossero le intenzioni del governo su Finmeccanica, "Stiamo parlando - ha detto Passera a margine di un evento Italcementi - di aziende quotate e non possiamo fare dichiarazioni in libertà".
Anche il Senatore Monti Presidente del Consiglio non poteva ignorare i problemi di Finmeccanica, partecipata dallo Stato per più del 30% ed avendo nominato il 1 dicembre del 2011 l'indagato Orsi a Presi-dente della società dopo le dimissioni di Guarguaglini.
Non in ultimo le preoccupazioni dello stesso Presidente della Repubblica, silente Capo delle Forze Armate sulla vicenda dei due Marò, ma nei giorni precedenti alla decisione di far rientrare in India i due Fucilieri di Marina, prodigo oratore sulla vicenda di Finmeccanica.
Allo stato dei fatti è inequivocabile che ci troviamo di fronte ad una realtà in cui due uomini sono stati trattati come un pegno da dare in deposito ad uno Stato Terzo per una vicenda oscura e caratterizzata da mille interessi, forse più personali che nazionali.
Azioni contraddittorie in ambito dello stesso esecutivo. L’ex Ministro Terzi che era riuscito con abili azione diplomatica a riportare Latorre e Girone in Italia e facendo appello a mancate risposte indiane ad una nota verbale italiana aveva individuato la motivazione per non farli rientrare in India.
Un Premier Mario Monti apparentemente soddisfatto dalla soluzione tanto da farsi fotografare accanto ai marò per celebrare l’avvenimento, pronto però a disporre l’immediato rientro dei due Marò a Delhi, forse perché oggetto di pressioni non note ma che sarebbe auspicabile fossero chiarite.
Una decisione che sconfessava il Ministro Terzi ma anche se stesso se l’Agenzia AGI dell’11 marzo esprimeva correttamente il pensiero di de Mistura. Un baratto in cui la merce principale è stata la vita di due uomini, voluto dal “Governo bocconiano” per salvare anche la commessa degli elicotteri e forse garantire il futuro a qualcuno.
Una linea di condotta basata sull’interesse economico e personale, ispirata al criterio “Sacrifichiamo i militari, ma si salvino le risorse economiche destinate ad Agusta”.
Valutazioni peraltro errate come gli eventi recenti stanno dimostrando. I Fucilieri di Marina sono ancora in ostaggio di un Tribunale monocratico indiano di dubbia affidabilità e gli elicotteri sono andati a farsi benedire. Domani 8 gennaio 2014 dovrebbe iniziare il processo ma all’orizzonte si prospetta un altro rinvio se la NIA indiana non formalizzerà il rapporto conclusivo delle indagini.
Per ora solo un successo personale, l’assegnazione di una consulenza di pregio ad un ex Ministro ed ex militare che con ogni probabilità potrebbe sfociare in ben altre soddisfazioni personali che confermerebbero la scelta dell’ex Responsabile della Difesa di non “abbandonare la nave seppure alla deriva”.
Probabilmente è stata anche prevaricata la Costituzione e la legge penale italiana, ma quasi sicuramente nessuno pagherà e nessuno fornirà spiegazioni. Finmeccanica era un’azienda florida ed ora è incalzata dalle Procure. I nostri compatrioti in uniforme hanno scarse speranze di cavarsela. Il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta sembra essere intenzionato a continuare ad applicare il vecchio detto: “ chi fa può sbagliare, chi non fa è certo di non errare”. Emma Bonino Ministro degli Esteri non si risparmi a partecipare a riunioni internazionali con oggetto i diritti dell’uomo, ma diserta l’India e nega ai due militari la presunzione di innocenza affermando “Non è accertata l’innocenza dei due Marò”.
Ancora una volta uno dei principi fondamentali della matematica viene confermato: cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, cambiano gli attori ma la scena è sempre la stessa e le vitti-me sono sempre i cittadini, ossia noi.
Fernando Termentini, 07 gennaio 2014, ore 09,30
Articolo ripreso dal blog dell’autore : http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/01/latorre-e-girone-usati-come-merce-di.html
Fonti:
www.forzearmate.org http://www.repubblica.it/economia/finanza/2013/02/15/news/finmeccanica_orsi_interrogato_nel_carcere_di_busto_arsizio-52701349/ ; http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/05/di-paola-impacchetta-legge-finmeccanica/436287/; http://www.forexinfo.it/Finmeccanica-verso-il-rinnovo-dei ; http://www.ilgiornale.it/news/interni/lammiraglio-non-molla-poltrona-sfuma-lapprodo-finmeccanica-900400.html; http://archivio.dagospia.com/galleryfree/photogallery_60-anni finmecaca.html#myGallery-picture(28) http://iusletter.com/finmeccanica-riassetto-al-vertice/ http://ilfogliorossodivicenza-nordest.over-blog.it/article-quell-intreccio-tra-di-paola-gli-f35-e-finmeccanica-115528402.html http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/23/finmeccanica/208418/ http://www.europaquotidiano.it/2013/02/13/da-eni-a-finmeccanica-limbarazzo-di-monti-e-il-titolo-crolla-in-borsa/ http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/02/17/Finmeccanica-Pietro-Monti-complice-_8262782.html http://archiviostorico.corriere.it/2012/giugno/10/ministro_Passera_Finmeccanica_Italiana_co_9_120610023.shtml http://www.lastampa.it/2012/04/26/italia/cronache/passera-difende-orsi-e-finmeccanica-v9Li7oBVEXJEpAl8ouh9MK/pagina.html http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-passera-vuole-posti-di-potere-e-tira-la-volata-in-finmeccanica-a-rocco-37654.htm http://fernandotermentini.blogspot.it/ http://fernandotermentini.over-blog.com/
Fonte : http://fernandotermentini.over-blog.com/2014/01/finmeccanica-accoglie-l-ammiraglio-di-paola.html
Un altra interessante lettura in questo articolo di Alfredo D'Ecclesia :
Di Paola e Finmeccanica
«Sarebbe facile lasciare la poltrona, ma non sarebbe giusto. Non abbandonerò la nave in difficoltà con Massimiliano e Salvatore a bordo fino all'ultimo giorno di governo». Si fregia della metafora nautica, l'ammiraglio, prima che ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Il discorso pronunciato alla Camera ha assunto i tratti dell'arringa difensiva e, allo stesso tempo, quelli di guanto di sfida nei confronti del collega Terzi, dimissionario dopo aver riferito al Parlamento sul caso Marò.
L'ammiraglio resta al suo posto, rivendica la disciplina militare e si erge anti-Schettino, quasi impermeabile al pressing dell'opinione pubblica e all'eco internazionale della vicenda che da mesi sconquassa l'asse Italia-India. Dai social network ai forum web di area militare non si contano i messaggi di indignazione.
Solo qualche giorno fa, l'ammiraglio Giuseppe Lertora, fino al 2009 alla guida della Squadra Navale italiana, parlando di una «Caporetto mortificante», si diceva scettico sulle dimissioni del collega Di Paola per il semplice fatto che avrebbero richiamato «automaticamente quelle dei Capi di Stato Maggiore della Difesa e della Marina».
Sospeso tra le accuse di irresponsabilità e incompetenza, con la questione dei fucilieri il ministro Di Paola rischia di dilapidare l'ampio credito costruito negli anni grazie ad una carriera brillante, interamente specchiata nell'alveo delle forze armate. È lì che è avvenuta la sua ascesa, sin dall'ingresso all'Accademia Navale nel 1963. Moltissime le tappe: da Sottotenente di Vascello a Capitano di Corvetta, fino ad arrivare a Capitano di Fregata, Capitano di Vascello, Contrammiraglio, Ammiraglio di Prima Squadra.
Una carriera costellata di decorazioni (almeno 21 tra croci, medaglie, distintivi) e alti incarichi per il generale classe 1944, nativo di Torre Annunziata, appassionato di sci ed alpinismo. Lui, che parla fluentemente quattro lingue, ha fatto il capo del reparto politica militare dello Stato Maggiore Difesa dal 1994 al 1998, per poi approdare, all'alba della tredicesima legislatura, al dicastero di via XX Settembre dove Carlo Scognamiglio, ministro del governo D'Alema, lo volle come suo capo di gabinetto.
Gli avanzamenti di carriera proseguono negli anni successivi, prima con la nomina a Capo di Stato Maggiore della Difesa, poi con il prestigioso approdo alla presidenza del Comitato Militare della Nato, ruolo mantenuto fino al 17 novembre 2011, un giorno prima della sua chiamata al governo italiano.
Incluso nella squadra dei tecnici e preceduto da un curriculum in linea con quello dei "secchioni" scelti dal premier Monti, Di Paola apprese la notizia dell'incarico mentre era in visita ufficiale a Kabul. Militare e sobrio anche nella scelta delle vetture (una Mercedes Classe B e una Volkswagen Polo dichiarate nel documento di trasparenza), da ministro ha avuto a che fare con ben altri bolidi come gli F-35 che, insieme al riassetto delle forze armate, hanno occupato gran parte delle polemiche a lui contigue, prima che infuriasse il caso Marò.
Da un lato, Di Paola si è speso per il piano di ristrutturazionedell'elefantiaca struttura militare con riduzione del personale da 183 mila a 150 mila unità, compreso un taglio del 30% alla quota di ammiragli e generali. Dall'altro, si è trovato a mediare nella bufera politica creatasi intorno all'acquisto dei caccia americani, fino a chiudere la questione conl'annuncio di poche settimane fa, deciso a non ridimensionare ulteriormente gli ordini per gli F-35.
Nonostante gli incidenti di percorso, il profilo pubblico di Di Paola ha sempre viaggiato su alti livelli di gradimento, rispettato all'interno delle Forze Armate e osservato pure al di fuori dalle caserme, tanto che il suo nome è stato sussurrato da molti (Pd compreso) per la presidenza di Finmeccanica. Dopo l'arresto di Giuseppe Orsi e l'effetto domino che ha paralizzato il gioiello industriale italiano, sono stati in parecchi a tifare per un suo trasloco in Piazza Montegrappa. La caratura militare e internazionale di Di Paola riscuotevano il vivo apprezzamento di Napolitano, oltre a quello degli ambienti Nato, dove l'ammiraglio aveva intessuto una miriade di rapporti.
Poi l'epilogo sui Marò: due linee diverse, una diplomatica e l'altra muscolare, che hanno aumentato la complessità di rapporti tra il ministero degli Esteri e il dicastero della Difesa. Nel mezzo una solenne confusione tale da non garantire la protezione ai fucilieri Girone e La Torre rimasti ostaggio di due governi, italiano e indiano. Nel giorno della sofferta decisione del loro ritorno in India, i ben informati giurano che Di Paola «ha fatto il diavolo a quattro in consiglio dei ministri». Evidentemente non è bastato, o forse qualcosa era andato storto già prima. Molto prima, magari al momento della decisione della Enrica Lexie di attraccare a Kochi, gesto che sarebbe dovuto seguire ad un'intesa del comandante della nave con il ministero della Difesa.
Oggi, agli atti, restano le dimissioni del collega Terzi, la rabbia del mondo militare e, chissà, un posto in ballo a Finmeccanica.
Fonte : http://veraitalia.blogspot.com/2014/01/di-paola-e-finmeccanica.html?spref=fb
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