Sulla vicenda Alma Shalabayeva si è detto tanto e pure troppo. Con ampio stracciar di vesti istituzionali e scaricamenti di responsabilità. Ma poi il lavorìo del ministro degli Esteri Bonino e della Farnesina tutta ha consentito alla consorte del dissidente kazako Ablyazov e alla sua bambina di riguadagnare la libertà compromessa.
E in tema di liberazioni ecco anche quella Cristian D'Alessandro, attivista di Greenpeace che stava nelle segrete russe insieme agli altri Arctic 30. Per loro veglie, appelli, prese di posizione. Giustamente. Ora, dopo aver visto la sua imputazione trasformata da grave “pirateria” a più mite “teppismo”, D’alessandro ha goduto dell’amnistia voluta da un generoso e furbo Putin natalizio.
Sono cose belle. Peccato che istituzioni, società civile, giornali, opinion makers e leader, premi Nobel si siano dimenticati che da quasi tre anni, due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, stiano in attesa di eventi. Eventi che – quando la corte di Kerala deciderà il da farsi – potrebbero anche precipitare, visto che non è neppure del tutto esclusa l’applicazione della pena di morte. Tornati in Italia in permesso sono stati anche rispediti laggiù, dove il concetto di giustizia e di civiltà della stessa è meno garantista e più approssimativo del nostro. Accusati di omicidio, in circostanze tutte da chiarire e con dubbi macroscopici sulla giurisdizione del caso, con l’oblio sembrano condannati prima da noi che dalle corti di giustizia indiane.
La Bonino, che di rapporti internazionali e di diritti umani e di legalità sa parecchio, in questo caso tace e con lei un’altra che dei diritti a 360° ha fatto un mestiere, la sempre pronta a dichiararsi Boldrini. Tace anche Napolitano che in questo caso non esterna affatto. Tacciono pure le associazioni no profit, le onlus, i difensori di ogni organismo vivente. Non si capisce perché la vita e la libertà dei marò italiani valga così poco da passare praticamente inosservata. Manco una petizione, in un paese in cui una raccolta di firme non si nega neanche all’ultimo dei randagi.
Bene ha fatto la Bonino, e con lei la classe politica, per la soluzione del caso Shalabayeva ad appuntarsi una medaglia lustra. C'è però un rovescio piuttosto opaco che riguarda i marò in India di cui nulla è dato sapere, per i quali nulla si sta facendo e a tutti poco interessa.
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