sabato 4 gennaio 2014

La terra dei fuochi una tragedia annunciata


Carmine Schiavone, già elemento di spicco del clan dei casalesi e poi pentito di camorra, nel 1997 davanti alla Commissione parlamentare ecomafie pronunciava parole terribili : “…Tra vent'anni saranno tutti morti”.

 

Quel giorno Schiavone si riferiva agli abitanti della Campania specificando che nel periodo dal 1995 al 1997. «A Villa Literno, che era di mia competenza - spiega ancora - ho fatto io stesso l'amministratore comunale. Abbiamo candidato determinate persone al di fuori di ogni sospetto, persone con parvenze pulite e abbiamo fatto eleggere dieci consiglieri, mentre prima ne prendevamo tre o quattro. Un seggio lo hanno preso i repubblicani, otto i socialisti e uno i comunisti….”.

 

Amministrazioni locali asservite alla malavita, pronte a garantire che i clan locali potessero realizzare affari da 600-700 milioni di lire al mese trattando lo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Un affare che di lì a poco avrebbe provocato la devastazione di migliaia di ettari di terreno destinato ad ospitare sotterrati veleni di ogni genere.

In quella occasione, Schiavone pronunciò una profezia destinata a diventare tragica realtà :  “nel giro di vent'anni potranno morire tutti”. Una sentenza senza appello emessa da un ex boss della malavita che riguardava tanti centri del casertano;  Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno ed altri i cui abitanti sarebbero stati  destinati ad essere colpiti dagli effetti venefici dei rifiuti tossici. Veleni che non venivano nascosti solo in provincia di Caserta ma che secondo la confessione sarebbero  stati interrati lungo tutto il litorale Domitio e sversati anche nel lago di Lucrino, specchio d'acqua che si trova nell'area flegrea, in provincia di Napoli.

 

I Verbali furono segretati e tali rimasero fino a quando il 31 ottobre 2013, la Presidente della Camera Boldrini con innegabile elevato  senso etico, ha declassificato il documento motivando la decisione “Lo dovevamo in primo luogo ai cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe ambientale cosciente e premeditata: cittadini che oggi hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile”.

 

Un provvedimento attuato a distanza di 16 anni da quando Schiavone riferì alla Commissione,  che dimostra un elevatissimo senso dello Stato della Presidente Boldrini ma che nello stesso tempo induce molti interrogativi  sul perché una dichiarazione di tanta rilevanza per la salute dei cittadini fosse stata classificata segreta senza dar seguito nemmeno ad una minima attività investigativa per riscontrare le dichiarazioni del pentito di camorra.

 

Nessun minimo dubbio da parte dell’allora Presidente della Camera Violante, peraltro ex magistrato,  né tantomeno di  Giorgio Napolitano all’epoca Ministro degli Interni e per il Coordinamento della Protezione Civile nel Governo presieduto da Romano Prodi.

 

Da allora sono trascorsi 16 anni ed improvvisamente,  il Presidente della Repubblica ripensa a quei fatti e forse si rende conto che lui in quel momento responsabile della sicurezza interna dello Stato e della Protezione Civile doveva in qualche modo opporsi alla segretazione di dichiarazioni rilevanti rilasciate da un personaggio di spicco della malavita locale.

 

Un’opposizione accompagnata da l’immediato inoltro di informative di reato  alle Procure competenti ed avvio di indagini specifiche  di cui non doveva rendere conto a nessuno quale titolare del Dicastero degli Interni. Azioni che se impedite da altre ingerenze non potevano che portare ad una decisione dell’interessato, le dimissioni da Ministro.

 

Nulla di tutto al momento dei fatti, solo dopo 16 anni un inaspettato interesse, come se l’ex Ministro degli Interni ora Presidente della Repubblica avesse improvvisamente solo ora preso conoscenza dei fatti. Un’espressione di vicinanza a tutti coloro che da sedici anni respirano aria malsana espressa attraverso una lettera indirizzata al parroco di Caivano, impegnato da sempre a farsi portavoce della indigenza sociale ed ambientale di quelle che oggi improvvisamente sono chiamate “terre dei fuochi” .

Il 3 gennaio, dopo tre mesi da un primo appello del sacerdote, il Presidente Napolitano scrive a Don Patriciello. Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia''. "Vorrà credere nel mio costante impegno a sollecitare, a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime". "Ho riascoltato con rinnovata commozione, dopo le drammatiche notizie che Lei stesso mi ha voluto rappresentare in Prefettura a Napoli nell'incontro del 29 settembre scorso, il grido accorato delle madri dei bambini colpiti da gravi patologie tumorali, ricondotte al criminale inquinamento dei vostri territori della Campania - esordisce il Presidente nella missiva -. Le rinnovo, perché se ne faccia portavoce verso le famiglie interessate, la mia intima partecipazione al loro dolore, confidando che non abbandonino la fiducia nell'impegno delle istituzioni, reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini che non si contentano di denunciare i crimini subiti, ma sostengono con le loro iniziative le operazioni di monitoraggio e di bonifica dei siti".

"Ho affrontato l'argomento in varie occasioni - ricorda Napolitano - sia in ripetuti contatti con competenti autorità locali sia sollecitando, presso le autorità governative, l'adozione di provvedimenti adeguati alle necessità più urgenti riscontrate alla luce di elementi emersi di recente….”.

Non specifica, però, nel dettaglio né chiarisce perché in quel lontano ottobre 1997 come Ministro degli Interni non promosse immediate indagini atte ad accertare la veridicità e la rilevanza delle dichiarazioni di Schiavone né ci dice se in quel momento ebbe in qualche modo un ruolo,  come responsabile del Dicastero deputato alla sicurezza nazionale ed alla Protezione Civile, nel decidere le segretazione delle dichiarazioni del pentito di camorra.

Offre, però, generosamente al parroco la sua disponibilità "a ricevere nei prossimi giorni da lei un aggiornamento sulle sue valutazioni circa esigenze e istanze della popolazione".
Un altro mistero italiano di una gravità enorme , una tragedia annunciata che invece di essere affrontata immediatamente fu al momento ignorata e classificata “segreta”, quasi fosse un argomento sensibile per la sicurezza nazionale.
Un atto su cui dovrebbe essere fatta luce sul piano anche giudiziario in quanto materia che non può essere solo liquidata con ipotesi di risarcimento a coloro che ne hanno patito le conseguenze,  inaccettabile dopo che lo Stato ha deciso sedici anni orsono di chiudere il fascicolo in cassaforte ignorandone i contenuti.
Una tragedia che oggi potrebbe ripetersi se fosse avvalorata la notizia annunciata dalla Ministro Bonino sulla disponibilità italiana  di concedere in uso porti italiani alle navi destinate a trasportare aggressivi chimici militari recuperati dagli arsenali siriani, fra cui il letale gas nervino Sarin.
Agenti di elevata tossicità per l’uomo ed alto tasso di inquinamento se dispersi nell’ambiente marino o terrestre e con i quali molti italiani  sarebbero costretti a convivere senza che, almeno per quanto reso noto, il Parlamento e le Autorità locali abbiano condiviso le decisioni della Responsabile degli Esteri o del Presidente del Consiglio.  
Si spera che il problema non sia affrontato secondo una “italica maniera”, preparando una lettera di cordoglio, di vicinanza e sgomento da indirizzare all popolazioni che potrebbero essere coinvolte in incidenti gravi per la presenza di materiale tossico ad elevatissima letalità.
Fernando Termentini, 4 gennaio 2014 - ore 18,00

Fonti :

http://fernandotermentini.over-blog.com/2014/01/la-terra-dei-fuochi-una-tragedia-annunciata.html



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