mercoledì 31 luglio 2013

Caso marò:E Mauro si prepara a cavalcare l’innocenza.

Il Ministro della difesa Mario Mauro si prepara a cavalcare l’eventuale liberazione dei nostri marò,e per la prima volta si permette di parlare anche della loro innocenza,forse perché quel gruppo di cittadini irriducibili e ostinati,che non si sono mai fermati ad accettare questa vergogna,e qua non parliamo soltanto della vicenda,ma di una vergogna continua perpetrata a danno di un intera collettività,che si dovrebbe tutelare,preservare, proteggere,valorizzare. Dagli elementi essenziali di questa vicenda,si è passati ad altro, perché la politica deve preservare se stessa e non chi rappresenta. E ancora una volta il Ministro Mauro da il meglio di se,arriva addirittura a parlare di visibilità,dopo che hanno oscurato tutto ,dopo che hanno impedito a tutti di parlarne. Hanno usato la stampa come una casa di risonanza personale pronta a demistificare e creare sensi altri rispetto al niente.
Rispetto al niente di questo governo,all’assenza di azioni degne di questo nome,dopo aver continuato la sciagurata azione di svendita di due cittadini per non turbare il business,e ricordiamo che l’unica azione fatta da questo governo è stata quella di concordare con l’India il processo e l’eventuale condanna. E nonostante tutto ciò è stato pure incapace di assecondare l’India,in quanto c’è l’audizione degli altri quattro marò. Questo è il motivo dei viaggi in India di De Mistura sempre fallimentari e annunciati da mesi come segno di interesse e azione.
Le parole del Ministro Mauro seguono questa linea.
In un intervista al quotidiano l’Avvenire il ministro della difesa ha parlato della visita ai marò in India e a proposito della loro innocenza ha detto:” «Sono convinto della loro innocenza e non da ieri. Ora però sono più convinto del fatto che riusciremo a dimostrarlo, e che presto i nostri marò potranno tornare a casa”.
Il menefreghismo governativo e il fallimento diplomatico è stato fatto passare,da Mauro,come “Una visita per dire innanzitutto che i due marò non sono soli nella loro ormai interminabile battaglia legale.
Per loro sono al lavoro, praticamente senza sosta, due avvocati dello Stato, un ufficiale della Marina con competenze giuridiche in diritto internazionale e della navigazione, ma anche uno staff di avvocati indiani che fa capo a uno studio legale locale di primo livello.In Italia a seguire il caso, invece, c'è una struttura
permanente facente capo alla Farnesina con funzionari della Difesa e della Giustizia”.
Parlando poi delle loro condizioni ha detto:”  Il regime cui sono sottoposti è molto dignitoso,presso la nostra ambasciata godono di grande libertà e hanno il conforto dei familiari. Tuttavia parliamo di persone presunte innocenti, che noi come loro sappiamo esserlo, che non possono che vivere come una  mortificazione il loro dover permanere lì a disposizione in ogni momento dell'autorità giudiziaria indiana e non nel loro luogo di servizio, a Brindisi,con l'impossibilità di recarsi a casa”.
Bene sapere che sono innocenti è già un passo avanti per questo governo,e in questo dovrebbero ringraziare quel gruppo di cittadini irriducibili che da oltre 500 giorni fanno anche gli investigatori privati,per dimostrare l’innocenza dei marò,cosa che il governo italiano non ha mai fatto anzi,ha nascosto documenti e tracciati che dimostravano questa innocenza,perché il problema loro,l’unica grande ossessione era il business. Tanto meno parole farneticanti come quelle dette dalla Ministro degli esteri Bonino,non dovrebbero più sentirsi,in quelle parole si denotava l’assoluta e totale non conoscenza dei fatti,e la comunicazione di una sentenza non ancora arrivata ma già concordata.
Meno male che i cittadini italiani non mollano.
Il finale dell’intervista  è spettacolare ,Mauro invita la stampa e il paese a parlare di loro,esattamente il contrario di quello che hanno fatto ma veniamo alle parole del ministro:” Mantenere desta l'attenzione, più di quanto stia avvenendo, ed è questo che mi hanno chiesto, più di tutto, nei nostri incontri, Girone e Latorre.
Alfredo d’Ecclesia
 

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