Indagato per stupro e falsificazione delle prove il ministro del Kerala il commissario D.S. Jaison e alcuni funzionari di polizia
La scusa che il CBI era troppo impegnato per cui si affidavano le indagini alla NIA era subito apparsa, ai più, uno stratagemma di Altamas Kabir e del Governo per verificare se vi fosse un disegno di cospirazione politica agganciata al caso dei Fucilieri di Marina.
Questa è la statura morale, la dignità e la credibilità degli accusatori dei Marò.
PK Kunhalikutty in questi giorni è salito alla ribalta della stampa nazionale e locale indiana non per uno degli interessi che rientrano tra le sue tante responsabilità che abbiamo elencato, ma per quello che in India viene chiamato “The ice-cream parlour sex case”, ovvero il caso degli abusi sessuali della gelateria, perchè era nella sala di una famosa gelateria di Thiruvananthapuram di proprietà di tale Sreejith che venivano prese di mira ed adescate le vittime.
Insomma, nel quadro politico indiano Kunhalikutty non è esattamente il primo che passa, ne l’ultimo arrivato visto che sta in politica da più di 15 anni. Le nuove indagini della NIA hanno dato nuovo impulso a quelle già in corso e che richiamavano responsabilità anche del fratellastro K. A. Rauf che ha fatto da tramite, lo stesso che fungeva da ufficiale pagatore, e lo ha assistito nel porre in atto le sue ennesime prodezze di amante abusivo e che solo lo stato di coercizione e di ineludibile prigionia delle stuprate rende irresistibile nelle sue violente esplosioni sessuali.
A chiamarlo pesantemente in causa sono due ragazze che avevano ignorato sino ad oggi di essere le ultime di una lunga sequela di donne violentate : Roslin, residente ad Eranhipalam, e K. Bindu di Meenangady che hanno chiesto al tribunale di potersi inserire nel procedimento giudiziario già avviato nei confronti del Ministro e sul quale sta indagando l’agenzia federale CBI, Central Bureau of Investigation. Nella loro richiesta all’Alta Corte del Kerala, le due ragazze denunciano, con ampia dovizia di particolari, di essere state sequestrate e ripetutamente violentate per due lunghissimi giorni da Kunhalikutty in quel di Thiruvananthapuram, dove risiede il Ministro ed ha sede il governo del Kerala.
In un Paese dove si stuprano e si ammazzano decine di donne al giorno, dove spesso le denuncianti non sono credute e messe a loro volta sotto accusa con il rischio di incorrere in lunghe e disumane detenzioni e dove la gente sparisce all’improvviso non lasciando più traccia alcuna dietro se stessa, le due donne meritano un plauso per il coraggio avuto e, forse, indignate per la scarsa ricompensa infatti sono state le 10mila Rupie elargite in contanti a ciascuna di loro, figuriamoci, l’equivalente di 128 euro al cambio di oggi. Ai superstiti dei due pescatori indiani, per l’uccisione dei quali il ministro era tra quelli che hanno accusato i Marò italiani, Monti fece recapitare 150mila euro a famiglia, tanto per rendere l’idea.
Per completare il quadro, non va dimenticato che da più parti, soprattutto da parte del leader dell’opposizione V.S. Achuthanandan, si invocano indagini perché si accertino cause e circostanze che hanno causato la morte di Abbas Sait, l’ex capo della segreteria politica del ministro. Sapeva troppo?
Con i riflettori di inquirenti e magistrati puntati sul fortemente sospettato, si sono ridotti al minimo i rischi di una esposizione giudiziaria nei suoi confronti per cui le due ragazze hanno alla fine trovato il coraggio per uscire allo scoperto.
Nonostante la collusione del commissario D.S. Jaison e alcuni funzionari di polizia, tutti coinvolti anche nel caso di Girone e Latorre, PK Kunhalikutty dovrà rispondere ai seguenti capi d'accusa : rapimento e sequestro di persona, stupro aggravato e continuato, lesioni gravi, minacce gravi e continuate, corruzione, reiterazione di tutti i reati contestati.
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