DAL BLOG DI FERNANDO TERMENTINI
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L’Italia, dopo l’esperienza maturata con la vicenda dei due
Marò, continua a distinguersi per figuracce internazionali. Prima i militari
italiani tenuti in ostaggio dall’India, ora il delicato caso del ratto delle kazake.
Tavoli di lavoro operativi 24 ore impegnati ad individuare
le responsabilità oggettive di chi ha consegnato al dittatore del Kazakistan la
moglie e la figlia del dissidente kazako
Mukhtar Ablyazov, trattandole come clandestine.
Un comunicato
ufficiale ci informa che “è emerso che l'esistenza e l'andamento delle
procedure di espulsione non erano state comunicate né al Presidente del
Consiglio, né al Ministro dell'Interno e neanche al Ministro degli Esteri o
della Giustizia”.
Una nota che ignora il responsabile dell’Intelligence
nazionale che dovrebbe essere informato di ciò che avviene sui nostri aeroporti
(le due espulse hanno viaggiato in aereo,
un volo privato kazako) in particolare se percorsi da voli privati non
pianificati e diretti a Ciampino, né, notizia di oggi, i magistrati che hanno
esaminato per ben “due volte” la pratica ed il funzionario dell'ufficio
immigrazione che ha visionato i passaporti.
Probabilmente, altri stanno rischiando, non in ultimo l'addetto
ai bagagli («non poteva non sapere») e la hostess addetta alle salviette che
non poteva “non riconoscere” la fuggitiva. in volo verso l’Italia.. Sicuramente,
quindi, fra i tanti possibili sarà essere individuato al più presto chi sarà
colui o coloro da consegnare alla gogna mediatica,.
Il tavolo di ping pong si è quindi riaperto un’altra volta.
Quasi una fotocopia, seppure di matrici
differenti, degli eventi che hanno caratterizzato la vicenda dei due Marò. Burrascosi
vertici a Palazzo Chigi con Il Presidente del Consiglio e gli stessi Ministri coinvolti
nella gestione della sorte di due Marò, gli stessi rappresentanti istituzionali
che a marzo u.s. prima condivisero la decisione di non far rientrare i due Fucilieri di Marina
in India, per poi rispedirli improvvisamente ed inopinatamente indietro in
palese contrasto con le valutazioni dell’ex Ministro Terzi, unico a dimettersi.
Convulsi confronti seguiti da comunicati con cui oggi per
la vicenda specifica si scaricano responsabilità sulla Polizia. Richieste di
dimissioni del Ministro degli Interni da parte di una parte del Parlamento, massimo
coinvolgimento dei vertici della Polizia ed infine un sospiro di sollievo. Il Governo
fa retromarcia su Ablyazov. dichiarando: "Espulsione revocata, la signora può
tornare", dimenticando però che per farlo deve uscire dalle frontiere del Kazakhistan
su cui Palazzo Chigi non ha alcuna influenza.
Una revoca decisa dopo che i “profili” delle due donne sono
stati chiariti, una valutazione tardiva e che doveva avvenire prima del blitz
di polizia dopo la firma del decreto di espulsione da parte del Prefetto di
Roma, sembra senza che fosse informato l’Esecutivo.
A questo punto è spontaneo chiedersi se vi siano state sollecitazioni
di altri servizi di intelligence perché l'Italia agisse contro la moglie e la
figlia più piccola di Ablyzov e quali sono gli interessi che legano così
strettamente l'Italia e il Kazakhistan perché si arrivasse con eccezionale tempistica e determinazione alla
“neutralizzazione” di una donna e di una bambina di 6 anni che sicuramente non rappresentavano una minaccia per il nostro
Paese né per la sicurezza internazionale.
Domande analoghe a quelle che ci siamo posti tante volte
durante i 517 giorni che vedono due militari italiani tenuti in ostaggio
dell’India, alle quali, però, nessuno ha mai risposto, così come probabilmente
non riceveremo risposte esaustive per la vicenda dell’espulsione di Alma
Shalabayeva e di sua figlia Alua.
Dopo la storia dei marò, un altro pasticciaccio
italiano che lascia senza parole.
Un’unica differenza fra i due eventi. Nel primo caso silenzio assoluto delle
Istituzioni e delle forze politiche mentre per Alma assistiamo ad una mobilitazione generale,
politica, Istituzionale e mediatica.
Una furbata,
comunque, è simmetrica a quella fatta
con il rinvio dei Marò, per sperare – creduloni - in beneficienze indiane. In
questa circostanza si è voluto compiacere Nazarbayev, tenendo tutto...nella
massima segretezza., ma si è fatto uno sgarbo a Londra sicuramente adirata per essere tenuta fuori da una vicenda che
riguarda moglie e figlia di un rifugiato politico in Gran Bretagna.
Un’altra
pessima figura che in termini di rapporti internazionali ha un caro prezzo e
che ha incrinato anche i rapporti con Londra, ingenuamente convinti che non ci
avrebbe “sputtanato” e che ha vanificato
l’impegno diplomatico ed istituzionale che a fatica si era riusciti a
riannodare: la collaborazione di intelligence fra Italia ed Inghilterra dopo il
trauma Lamolinara..
Una
soluzione comunque potrebbe esserci per risolvere con “giustizia, equità e
tempi brevi” la
vicenda. Attingere alle ormai note risorse italiane in tema
di mediazione. Mandare in Kazakhistan il dott.
De Mistura, e possibilmente lasciarcelo, essendo ormai libero dai suoi impegni
di conciliatore per la vicenda dei due Marò, in quanto, come ci dicono, a Delhi e' tutto risolto.
16 luglio
2013 – ore 15,30
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