venerdì 19 luglio 2013

Napolitano Re o Presidente di una Repubblica Democratica?


Una nota in merito all'"interventismo" del presidente Napolitano, sempre pronto a 'scendere' in politica attiva (tale e' l'intervento a sostegno di Letta) ma curiosamente molto pigro nelle sue principali attribuzioni. Questa distorsione puo' essere interpretata come scarsa attenzione alla neutralita' politica del presidente e come incompetenza nell'esercizio delle sue funzioni? Il presidente della Repubblica Italiana è il capo dello Stato italiano e rappresenta l'unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Si badi bene al termine: UNITA NAZIONALE e non MAGGIORANZA POLITICA PARLAMENTARE. 
Espressamente previsti sono certi poteri quali:

1. rappresentanza esterna e tra questi accreditare e ricevere funzionari diplomatici (art.87 Cost.). Su questo punto desidero richiamare l'attenzione sul fatto che sia sul caso dei Maro' sia sul caso della Kazakhistan, il presidente ha ampiamente dimostrato di non esercitare questa funzione, non ritenendo opportuno intervenire in via diretta con i diplomatici in Italia di questi Paesi, sebbene il prestigio, l'onore e l'integrita' della sicurezza degli Italiani siano stati seriamente compromessi.

2. esercizio delle funzioni parlamentari: inviare messaggi alle Camere (art.87). Su questo direi che le sue 'esternazioni' nel merito dell'essenzialita' politica del governo Letta non abbia ottemperato a questa precisa norma costituzionale. Infatti esternare sui giornali o in TV dall'alto della sua autorita' non consente un dibattito pubblico che trova il suo alveo democratico di replica in Parlamento. Dunque al popolo Italiano non sembra concesso replicare al suo pensiero semplicemente perche' il suo pensiero non e' stato formalmente trasmesso, dunque o non esiste o e' imposto. Lo spieghi.
in relazione alla funzione esecutiva e di indirizzo politico: nominare dopo opportune consultazioni il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri (art.92); qui e' chiaro si parla di nomina e non di protezione o garante del governo.

Inoltre ci spieghi la sua contraddizione quando lui stesso affermo' anzitutto che "quella del Capo dello Stato 'potere neutro', al di sopra delle parti, fuori della mischia politica, non è una finzione, è la garanzia di moderazione e di unità nazionale posta consapevolmente nella nostra Costituzione come in altre dell'Occidente democratico". Ciò non va confuso con l'estrazione politica di provenienza, come ha precisato lo stesso Napolitano: "Tutti i miei predecessori - a cominciare, nel primo settennato, da Luigi Einaudi - avevano ciascuno la propria storia politica: sapevano, venendo eletti Capo dello Stato, di doverla e poterla non nascondere, ma trascendere. Così come ci sono stati Presidenti della Repubblica eletti in Parlamento da una maggioranza che coincideva con quella di governo, talvolta ristretta o ristrettissima, o da una maggioranza eterogenea, e contingente. Ma nessuno di loro se ne è fatto condizionare".Rilegga lui stesso queste sue dichiarazioni. Mi sembra che ci sia invece un condizionameno o supino  o da lui stesso imposto. 

Serve anche addentrarsi nel sistema di potere quirinalizio, molto blindato a sinistra, quella sinistra che e' targata PCI e non PD. Basti pensare alla provenienza di Donato Marra: viene da Montecitorio l'uomo-chiave dello staff.

Donato Marra è il Segretario generale della presidenza della Repubblica. E' stato segretario generale di Montecitorio durante gli ultimi anni della presidenza di Nilde Iotti e poi di Napolitano. Successivamente, il 9 maggio 1996, è stato nominato Consigliere di Stato; dal 1995 al 1996 è stato sottosegretario al ministero di Grazia e giustizia nel governo Dini, e consigliere per i rapporti con il Parlamento del ministro di Grazia e giustizia nel governo Prodi (1996-1998). Marra è nato a Napoli l' 8 agosto 1940. Si è laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode all' Università La Sapienza di Roma. Aveva 24 anni quando, il 16 dicembre del 1966, entrò alla Camera dei Deputati classificandosi al primo posto al concorso per Consigliere Parlamentare.  Ha insegnato Diritto e procedura parlamentare nelle Università di Genova e Trieste. È autore di pubblicazioni di carattere costituzionale e parlamentare. Gli viene corrisposto dal Segretariato generale della Presidenza della Repubblica uno stipendio i cui numeri sono stati forniti dall' ufficio stampa del Consiglio di Stato e fanno riferimento a dicembre 2010, non ci risulta che la prassi sia cambiata, e sono i seguenti: «Nel corso del 2009 il consigliere Donato Marra ha percepito quale Segretario generale del Quirinale il compenso annuo lordo di 542.439 euro di cui 189.926 a titolo di stipendio quale Consigliere di Stato e 352.513 a titolo di indennità di funzione». Se poi si traducono in 294.315 netti come lui si affretto' a comunicare alla Gabbanelli....sarà sicuramente vero (calcolando anche la riduzione del 10 per cento applicata sugli stipendi dei dirigenti pubblici). In merito al fatto che sia una cifra adeguata alla carica che svolge, questo noi non lo sappiamo. Possiamo solo ribadire che è immorale prendere uno stipendio per un mestiere che non si fa (Consiglio di Stato, fuori ruolo), e che a puro titolo di parametro il capo del governo spagnolo ha uno stipendio annuo di 80.000 euro netti e il Segretario di Stato di 67.000.  Su questo Napolitano tace, pace all'anima sua, avrebbe potuto dare una sua chiara interpretazione dei
Una nota in merito all'"interventismo" del presidente Napolitano, sempre pronto a 'scendere' in politica attiva (tale e' l'intervento a sostegno di Letta) ma curiosamente molto pigro nelle sue principali attribuzioni. Questa distorsione puo' essere interpretata come scarsa attenzione alla neutralita' politica del presidente e come incompetenza nell'esercizio delle sue funzioni? Il presidente della Repubblica Italiana è il capo dello Stato italiano e rappresenta l'unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Si badi bene al termine: UNITA NAZIONALE e non MAGGIORANZA POLITICA PARLAMENTARE. 
Espressamente previsti sono certi poteri quali:

1. rappresentanza esterna e tra questi accreditare e ricevere funzionari diplomatici (art.87 Cost.). Su questo punto desidero richiamare l'attenzione sul fatto che sia sul caso dei Maro' sia sul caso della Kazakhistan, il presidente ha ampiamente dimostrato di non esercitare questa funzione, non ritenendo opportuno intervenire in via diretta con i diplomatici in Italia di questi Paesi, sebbene il prestigio, l'onore e l'integrita' della sicurezza degli Italiani siano stati seriamente compromessi.

2. esercizio delle funzioni parlamentari: inviare messaggi alle Camere (art.87). Su questo direi che le sue 'esternazioni' nel merito dell'essenzialita' politica del governo Letta non abbia ottemperato a questa precisa norma costituzionale. Infatti esternare sui giornali o in TV dall'alto della sua autorita' non consente un dibattito pubblico che trova il suo alveo democratico di replica in Parlamento. Dunque al popolo Italiano non sembra concesso replicare al suo pensiero semplicemente perche' il suo pensiero non e' stato formalmente trasmesso, dunque o non esiste o e' imposto. Lo spieghi.
in relazione alla funzione esecutiva e di indirizzo politico: nominare dopo opportune consultazioni il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri (art.92); qui e' chiaro si parla di nomina e non di protezione o garante del governo.

Inoltre ci spieghi la sua contraddizione quando lui stesso affermo' anzitutto che "quella del Capo dello Stato 'potere neutro', al di sopra delle parti, fuori della mischia politica, non è una finzione, è la garanzia di moderazione e di unità nazionale posta consapevolmente nella nostra Costituzione come in altre dell'Occidente democratico". Ciò non va confuso con l'estrazione politica di provenienza, come ha precisato lo stesso Napolitano: "Tutti i miei predecessori - a cominciare, nel primo settennato, da Luigi Einaudi - avevano ciascuno la propria storia politica: sapevano, venendo eletti Capo dello Stato, di doverla e poterla non nascondere, ma trascendere. Così come ci sono stati Presidenti della Repubblica eletti in Parlamento da una maggioranza che coincideva con quella di governo, talvolta ristretta o ristrettissima, o da una maggioranza eterogenea, e contingente. Ma nessuno di loro se ne è fatto condizionare".Rilegga lui stesso queste sue dichiarazioni. Mi sembra che ci sia invece un condizionameno o supino  o da lui stesso imposto. 

Serve anche addentrarsi nel sistema di potere quirinalizio, molto blindato a sinistra, quella sinistra che e' targata PCI e non PD. Basti pensare alla provenienza di Donato Marra: viene da Montecitorio l'uomo-chiave dello staff.

Donato Marra è il Segretario generale della presidenza della Repubblica. E' stato segretario generale di Montecitorio durante gli ultimi anni della presidenza di Nilde Iotti e poi di Napolitano. Successivamente, il 9 maggio 1996, è stato nominato Consigliere di Stato; dal 1995 al 1996 è stato sottosegretario al ministero di Grazia e giustizia nel governo Dini, e consigliere per i rapporti con il Parlamento del ministro di Grazia e giustizia nel governo Prodi (1996-1998). Marra è nato a Napoli l' 8 agosto 1940. Si è laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode all' Università La Sapienza di Roma. Aveva 24 anni quando, il 16 dicembre del 1966, entrò alla Camera dei Deputati classificandosi al primo posto al concorso per Consigliere Parlamentare.  Ha insegnato Diritto e procedura parlamentare nelle Università di Genova e Trieste. È autore di pubblicazioni di carattere costituzionale e parlamentare. Gli viene corrisposto dal Segretariato generale della Presidenza della Repubblica uno stipendio i cui numeri sono stati forniti dall' ufficio stampa del Consiglio di Stato e fanno riferimento a dicembre 2010, non ci risulta che la prassi sia cambiata, e sono i seguenti: «Nel corso del 2009 il consigliere Donato Marra ha percepito quale Segretario generale del Quirinale il compenso annuo lordo di 542.439 euro di cui 189.926 a titolo di stipendio quale Consigliere di Stato e 352.513 a titolo di indennità di funzione». Se poi si traducono in 294.315 netti come lui si affretto' a comunicare alla Gabbanelli....sarà sicuramente vero (calcolando anche la riduzione del 10 per cento applicata sugli stipendi dei dirigenti pubblici). In merito al fatto che sia una cifra adeguata alla carica che svolge, questo noi non lo sappiamo. Possiamo solo ribadire che è immorale prendere uno stipendio per un mestiere che non si fa (Consiglio di Stato, fuori ruolo), e che a puro titolo di parametro il capo del governo spagnolo ha uno stipendio annuo di 80.000 euro netti e il Segretario di Stato di 67.000.  Su questo Napolitano tace, pace all'anima sua, avrebbe potuto dare una sua chiara interpretazione dei fatti, a onore della sua perfetta integrita'.


Mentre Napolitano blinda il governo, nasconde i conti sotto il tappeto. Per la prima volta nel suo mandato, il presidente della Repubblica ha incontrato il ragioniere generale dello Stato. Perché? Perche' con egual solerzia non bacchetta i suoi cortigiani e le sue proxy?


  • Debito pubblico: record a 2.074 miliardi, veleggiamo verso il 130% del Pil;
  • Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa 6mila miliardi;
  • Pil: atteso un altro -2% quest'anno. Si aggiunge al -2,4 del 2012;
  • Rapporto deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%;
  • Prestiti delle banche alle imprese: -5% su base annua nei mesi da marzo a maggio. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012;
  • Sofferenze bancarie: a maggio sono salite del 22,4% annuo a 135,5 miliardi;
  • Base produttiva: eroso circa il 20% dall'inizio della crisi;
  • Ricchezza: bruciati circa 12 punti di Pil dall'inizio della crisi. 200 miliardi circa;
  • Entrate tributarie: a maggio -0,7 miliardi rispetto allo stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi del 2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012;
  • Gettito Iva: -6,8% nei primi 5 mesi del 2013, un vero disastro;
  • Potere d'acquisto delle famiglie: -94 miliardi dall'inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;
  • Disoccupazione: sfondata quota 12,2%, dato peggiore dal 1977;
  • Disoccupazione giovanile: oltre il 38%;
  • Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, totalmente inattivi;
  • Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani (dato Ocse);
  • Ammortizzatori: 80 miliardi erogati dall'Inps dall'inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione. Mentre si crea il buco dell'Inps, il 'tranquillizzatore ' Antonio Mastropasqua, che è anche vicepresidente di  Equitalia, e che ha incarichi in 24 società tra pubbliche e private, guadagna un milione 206 mila euro

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